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Riarmo Europa, Salvini spacca tutto: il governo in crisi di nervi. Tajani: no agli anti Ue

Pubblicato: 06/03/2025 06:46

Nonostante l’appello di Giorgia Meloni a moderare i toni e a evitare polemiche interne, la Lega continua a opporsi al piano di riarmo europeo proposto da Ursula von der Leyen. Dopo le critiche di Matteo Salvini, arriva anche la bocciatura del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che definisce il progetto un’iniziativa «senza una logica» e «fatta in fretta e furia». Per il titolare del Mef, l’Europa non deve ripetere gli «errori clamorosi» del passato, come gli investimenti nei vaccini pagati «a prezzi incredibili» e poi «buttati». Senza gli Stati Uniti, ha aggiunto Giorgetti, «diventa molto complicato immaginare una qualche forma di soluzione» per l’Ucraina.

Le tensioni sulla politica estera attraversano l’intera maggioranza, con Forza Italia in aperta polemica con la Lega. Il vicepremier Antonio Tajani chiarisce che non accetterebbe di far parte di un governo «antieuropeo», mentre sulla posizione di Salvini si limita a dire: «Chiedete a lui». Da settimane gli azzurri mostrano irritazione per l’atteggiamento del leader leghista, che sembra allinearsi sempre più alla linea trumpiana. Tajani ribadisce che la posizione del governo la determinano il premier e il ministro degli Esteri e difende il piano Ue, sebbene preferirebbe un altro nome rispetto a “ReArm Europe”. «Io lo chiamerei Piano per la sicurezza europea», afferma, sottolineando che spendere per la difesa non significa essere guerrafondai, ma garantire la sicurezza dei cittadini.

Anche Fratelli d’Italia, pur con toni più sfumati, appoggia il piano europeo. Il ministro della Difesa Guido Crosetto sostiene che «investire nella difesa non può essere considerato alternativo a settori come sanità o scuola», replicando così alle critiche di Salvini. Dello stesso avviso Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di FdI, secondo cui il progetto di von der Leyen va nella direzione giusta, a patto che consenta di sforare il rapporto deficit/Pil per finanziare le spese militari.

Il problema è che Salvini non intende arretrare. Per il leader della Lega, fare «decine di miliardi di debito per comprare nuovi armamenti» non è nell’interesse nazionale. Il piano Ue, secondo il vicepremier, «con la pace si potrebbe usare in altro modo». Bocciata anche l’idea di un esercito comune europeo, che a suo dire avrebbe già trascinato l’Italia in guerra sotto la guida di Francia e Germania.

La spaccatura potrebbe concretizzarsi il 13 marzo al Parlamento Europeo, quando gli eurodeputati voteranno alcune risoluzioni sul sostegno a Kiev. Nel frattempo, Meloni potrebbe tornare sull’argomento nel Consiglio dei ministri di domani, convocato per le 17 per approvare un ddl contro il femminicidio. Tuttavia, Salvini ha già annunciato che non sarà presente, come altri ministri, contrari alle convocazioni last minute del sottosegretario Alfredo Mantovano. La tensione nel centrodestra, dunque, resta alta.

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