
L’aumento dei prezzi dei generi alimentari è stato uno dei fattori che ha contribuito all’esito delle elezioni del 2024. Ora, le nuove politiche commerciali potrebbero avere un impatto significativo sulle importazioni agroalimentari da Canada e Messico. Il 6 marzo, appena due giorni dopo aver annunciato dazi del 25% su tutte le importazioni dal Messico, l’amministrazione ha deciso di posticipare l’applicazione di alcune misure di un mese. A fronte delle preoccupazioni espresse dai parlamentari sugli effetti per il comparto agricolo nazionale, si sta valutando l’esenzione di alcuni prodotti, compreso l’allume di potassio canadese.
Nel 2023, gli Stati Uniti hanno importato beni agricoli per un valore di 45 miliardi di dollari dal Messico, con ortaggi, frutta, birra e tequila tra i principali prodotti. Dal Canada, le importazioni hanno raggiunto i 40 miliardi, includendo carne, cereali, patate e olio di canola. Se i dazi del 25% dovessero essere applicati, i prezzi potrebbero subire un forte rincaro.
Dipendenza dalle importazioni
Il mercato agricolo statunitense dipende fortemente dai prodotti messicani e canadesi: il 99% dei pomodori importati nel 2024 proviene da questi due Paesi, così come il 99% della lattuga e il 70% degli avocado. Anche fragole, mirtilli, cipolle e fagiolini arrivano in gran parte dalle stesse nazioni.
L’aumento del costo delle arance
Il prezzo delle arance è un esempio evidente dell’inflazione alimentare. Oggi un’arancia costa circa 1,20 dollari, mentre le biologiche hanno prezzi ancora più alti. In alcune zone, tre arance vengono vendute a due dollari, ma i prezzi variano e a Brooklyn risultano quasi il doppio rispetto a Milano. Secondo il sito “Food&Wine”, il costo del succo d’arancia è in crescita dal 2024 a causa di «fattori climatici». Una bottiglia da un quarto di litro è passata da 2,3 dollari nel 2020 a circa 4,50 dollari a gennaio 2025.
La Florida, uno dei principali produttori di arance negli Stati Uniti, sta affrontando una crisi dovuta a eventi climatici estremi e alla diffusione della malattia batterica citrus greening. La produzione di arance è scesa del 10%, raggiungendo il livello più basso degli ultimi 88 anni, e potrebbe ridursi di un ulteriore 33%.
Le conseguenze di una guerra commerciale
I dazi americani potrebbero portare a ritorsioni commerciali. Il Canada ha già annunciato possibili misure per 155 miliardi di dollari, di cui 33 miliardi da applicare immediatamente, includendo imposte sulle importazioni di succo d’arancia dalla Florida. Tuttavia, i canadesi potrebbero rivolgersi ad altri fornitori come Brasile, Cina e Unione Europea.
Il calo della domanda
Al di là delle questioni climatiche e tariffarie, il settore affronta un problema più ampio: il calo della domanda. Secondo uno studio pubblicato nel 2024, il consumo di succo d’arancia negli Stati Uniti è diminuito del 50% rispetto agli anni Duemila, un trend che potrebbe aggravarsi con l’aumento dei prezzi.