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Federica Pellegrini: “Il nuoto mi ha salvato”. Dalla bulimia alla morte del coach, una vita tra successi e difficoltà

Pubblicato: 07/03/2025 16:21

Federica Pellegrini, la regina del nuoto italiano, si racconta in un’intervista al podcast della Gazzetta dello Sport, svelando momenti di gloria ma anche di profonda fragilità. Tra le sue medaglie e i record, emerge una donna che ha lottato contro le proprie paure, ma che ha trovato nel nuoto la forza per superare ogni ostacolo.

La famiglia, il suo porto sicuro

La nuotatrice inizia il suo racconto parlando della sua famiglia, la vera fonte di forza che l’ha supportata sin dai primi passi nel mondo dello sport. “Da dove partire per raccontare una persona come me? Dalla famiglia, senza dubbio la mia più grande fortuna“, dice Federica.

La campionessa ricorda come i suoi genitori, in particolare sua madre, le abbiano trasmesso una passione per il nuoto e il sacrificio. “Mia madre si svegliava alle 5.30 per portarmi in piscina, poi a scuola e di nuovo in piscina. Non mi hanno mai forzata a diventare una campionessa, ma hanno sempre creduto in me“, afferma con gratitudine.

Le difficoltà degli inizi e le sfide mentali

Federica ripercorre anche le difficoltà incontrate nei primi anni della sua carriera. La qualificazione alle Olimpiadi di Atene nel 2004, a soli 15 anni, è stata un colpo di scena. “Non pensavo di qualificarmi, l’argento di Atene è stato un momento che ci ha travolto. Interviste, sponsor, manager… eravamo tutti impreparati a gestire tutto quello che è arrivato subito dopo”, racconta.

La sua strada è stata segnata anche da periodi di grande sofferenza, come le crisi di panico e i disturbi alimentari, e la tragica morte del suo allenatore, Alberto Castagnetti. “Se mia figlia dovesse vivere qualcosa del genere, mi chiedo se riuscirei ad affrontarlo con la stessa lucidità con cui lo hanno fatto i miei genitori“, confessa ora che è diventata madre.

La lotta contro la bulimia

Uno dei capitoli più dolorosi della sua vita riguarda la bulimia e la dismorfia. “Vivere sotto i riflettori da adolescente non è stato facile. Stare in costume tutto il giorno, vedere il mio corpo cambiare e non riconoscermi più… Avevo la sensazione che l’unico modo per affrontare tutto fosse auto-sabotarmi“, ammette Pellegrini.

Ma la sua passione per il nuoto è stata la sua salvezza. “Ho capito che stavo rovinando le mie performance. Il nuoto mi ha salvato più volte. Dopo la morte di Alberto volevo fermarmi, ma il mio amore per questo sport mi ha riportato in acqua. Lui avrebbe voluto così”.

Il record dei 200 stile libero

Federica parla anche del record mondiale nei 200 stile libero, conquistato a Roma nel 2009, che ha resistito per 14 anni. “Tutti aspettavano il momento in cui sarebbe stato battuto, per vedere come avrei reagito. Quando è successo ai Mondiali di Fukuoka 2023, ho deciso di annunciare la mia gravidanza il giorno stesso per spostare l’attenzione”, racconta, con una punta di ironia. Un modo per gestire la pressione e prendere il controllo della situazione.

Matteo Giunta: amore e segreti

Non poteva mancare nel racconto la figura di Matteo Giunta, l’uomo che è passato dall’essere suo allenatore a suo marito. “Lo nascondevo nel bagagliaio a Verona per sfuggire ai paparazzi appostati fuori dalla piscina. Abbiamo sempre cercato di restare professionali, ma lui ci ha messo un po’ a capire che poteva essere una cosa seria“, racconta Federica, ridendo di quel periodo pieno di segreti.

L’impegno per la parità di genere

Oltre ad essere una campionessa, Federica è anche un’attivista per i diritti delle donne. Oggi, da madre, la sua attenzione alla condizione femminile è ancora più forte. “L’Italia è ancora un Paese patriarcale“, afferma con forza. Impegnata nella fondazione per Giulia Cecchettin, Pellegrini denuncia la violenza di genere e la cultura patriarcale. “La violenza non è solo nei fatti, ma anche nelle parole, nelle battute da spogliatoio. La rivoluzione al femminile è in atto, ma più è forte, più cresce l’opposizione. Ma non torneremo indietro“.

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