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Mattia Maestri in coma a 4 anni per il formaggio contaminato, risarcimento di 1 milione di euro. Il papà: “Con mio figlio così non posso essere felice”

Pubblicato: 07/03/2025 12:42

«Mamma, papà, vedo i mostri». Sono state queste le ultime parole di Mattia Maestri il 7 giugno 2017, prima di precipitare in un buio da cui non si è più risvegliato. Da quel giorno non vede, non parla, non muove più un muscolo. Sente solo le voci, ma non riesce a riconoscerle. Aveva quattro anni quando ha mangiato un formaggio prodotto con latte crudo contaminato da Escherichia coli, e da allora è in stato vegetativo. Suo padre, Giovanni Battista Maestri, non usa mezzi termini: «Mattia non vive, Mattia è morto nel 2017».

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna nei confronti dell’ex presidente del Caseificio Sociale di Coredo, Lorenzo Biasi, e del casaro Gianluca Fornasari, ritenendoli responsabili delle lesioni gravissime subite dal bambino.

“Era una domenica come tante”

«Il giorno prima mia moglie e i nostri due figli avevano fatto la spesa al caseificio del paese. Mattia chiedeva il solito, il formaggio “Due Laghi”. Non sapevamo che era prodotto sia con latte pastorizzato sia con latte crudo. Era pubblicizzato come il formaggio perfetto per la merenda dei bambini. Lo hanno mangiato la domenica. Quella notte Mattia ha iniziato a stare male, aveva crampi terribili. Lo abbiamo portato all’ospedale di Cles, poi a Trento, dove è stato operato per appendicite. Ma le sue condizioni sono peggiorate e a Padova è entrato in coma. Dopo un mese ha ripreso a respirare da solo, ma fa solo quello».

“Un pezzo di formaggio ha distrutto la nostra vita”

«Mattia ha 40 crisi epilettiche al giorno, assume 50 farmaci tra giorno e notte. Non possiamo dormire: puntiamo la sveglia per somministrarglieli. Si lamenta continuamente, sulla sedia a rotelle ha dei sostegni per tenerlo dritto. Viene alimentato con un tubicino nella pancia. Mia moglie ha lasciato il lavoro per prendersi cura di lui, io ho dovuto cambiare impiego perché non sopportavo più di lavorare a Coredo, il paese di chi ha rovinato nostro figlio. Vederli portare i loro bambini al parco giochi mi distruggeva».

“Quelli del caseificio? Degli assassini”

«Non mi importa delle loro scuse, che non mi hanno mai fatto. Non si sono mai interessati della salute di mio figlio, non hanno mai avuto il coraggio di guardarmi in faccia. Dopo la condanna in primo grado, hanno addirittura ricevuto un premio dall’azienda turistica della Val di Non. Il Trentino non ha fatto nulla per proteggere i nostri bambini, ma ha premiato chi ha distrutto la nostra famiglia».

Un rischio sottovalutato

Le indagini hanno accertato che il batterio era presente nel formaggio a causa di un tubo sporco di letame. «Se le persone conoscessero i rischi del latte crudo, lo eviterebbero. Serve un’etichetta che informi sui pericoli per bambini, anziani e persone fragili, come già accade in altri Paesi europei».

Maestri sta portando avanti una battaglia per l’etichettatura obbligatoria e il divieto di questi prodotti nelle scuole e nelle case di riposo. «Voglio una legge nazionale per salvare altri bambini». La resistenza delle associazioni di categoria è forte: «La Coldiretti di Cuneo dice che è fuorviante. A me viene il mal di pancia solo a pensarci».

“Il sacrificio di Mattia salverà altre vite”

Con la provvisionale da un milione di euro riconosciuta dai giudici, Maestri finanzierà studi sui formaggi a latte crudo. «Non temo più nulla. Non ce l’ho fatta a salvare il mio bambino, ma ne salverò tanti altri».

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