
Quartieri Spagnoli in rivolta contro Roberto Saviano e la produzione del prequel di Gomorra. I cittadini e i ristoratori della zona hanno allontanato le telecamere arrivate per girare le scene di “Gomorra – Le origini”, la nuova serie ispirata al romanzo dello scrittore napoletano. Striscioni e slogan hanno invaso le vie del quartiere, con messaggi come “Speculative riprese, imperdonabili offese” e “Ciak si gira, Napoli di mira”, sottolineando il malcontento verso quella che viene percepita come un’ennesima rappresentazione negativa della città.
Proteste promosse sui social e dal Movimento Neoborbonico
La mobilitazione è stata sostenuta da associazioni locali e pagine social, tra cui il gruppo Facebook “Figli del Sud, popolo sovrano”. In prima linea l’Associazione culturale Neoborbonica, con il presidente Gennaro De Crescenzo che su Facebook ha dichiarato:
“Ancora una volta la nostra città viene sfruttata come set per una narrazione che alimenta stereotipi pericolosi, danneggiando l’immagine di Napoli e restituendo una visione distorta della realtà. Questa rappresentazione, oltre a essere offensiva, allontana investitori, danneggia il turismo e condiziona le nuove generazioni, spingendole verso modelli sbagliati”.
La contestazione si è estesa anche alla ricerca di giovani comparse tra i 14 e i 17 anni, interpretata come un tentativo di avvicinare i ragazzi a un immaginario legato alla criminalità. Emilio Caserta, giornalista e rappresentante giovanile del Movimento Neoborbonico, ha definito la serie un “insulto” alla città e al popolo, chiedendo alle istituzioni di intervenire:
“È ora di investire in produzioni che raccontino il vero Sud, con le sue tradizioni e il suo patrimonio culturale. Il sindaco deve negare i permessi: Napoli non è più ‘Gomorra’”.
Sostegno del magistrato Catello Maresca
Anche il magistrato Catello Maresca si è unito alla protesta, sostenendo l’iniziativa dei cittadini dei Quartieri Spagnoli. In un video sui social, ha dichiarato:
“I Quartieri Spagnoli si sono ribellati alla schifezza del racconto di ‘Gomorra’. Queste narrazioni non solo non aiutano a superare la criminalità, ma danneggiano l’intera città. Complimenti alla gente che ha avuto il coraggio di dire basta. Napoli non è più ‘Gomorra’”.
Un dibattito acceso
La polemica ha acceso un dibattito sui social, dove sostenitori e detrattori di Saviano si confrontano animatamente. Da una parte, chi considera la narrazione di Gomorra una denuncia utile; dall’altra, chi, come i cittadini dei Quartieri Spagnoli, chiede rispetto per la vera identità di Napoli.