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Liliana Resinovich, i dubbi sull’alibi e il “buco” nel telefono. Il marito Visintin: “Non temo il carcere”. Il fratello Sergio: “È stato lui”

Pubblicato: 09/03/2025 09:11

Sebastiano Visintin respinge ogni sospetto sulla morte di Liliana Resinovich. “Non temo niente”, ha dichiarato con fermezza, ribadendo di avere la coscienza pulita. Ormai è certo che la donna sia stata uccisa, ma il marito afferma di non avere nulla da nascondere. “Se temo di essere arrestato? Sono tranquillo. Se dovessi ricevere un avviso di garanzia, sarebbe solo per le indagini in corso – ha spiegato durante un’intervista – ma ci sono altre persone coinvolte. Io voglio che tutte le persone legate alla storia di Liliana vengano ascoltate. Di cosa dovrei aver paura?”.

Tre figure chiave emergono nella vicenda: oltre a Visintin, ci sono Claudio Sterpin, l’amante di Liliana, e il fratello della vittima, Sergio Resinovich. Questi ultimi due sono convinti che il marito c’entri qualcosa. “Sergio dice cose assurde – ha replicato Visintin –. Ci sono molte cose che potrei dire su di lui, ma lo farò quando sarà il momento. Gira in Mercedes, si compra un appartamento, mentre Liliana gli dava soldi per la spesa e per aiutare la nipote a studiare. Noi invece risparmiavamo su tutto”.

Anche Sergio Resinovich è intervenuto, lanciando accuse precise: “Finalmente abbiamo una verità, ora aspettiamo la giustizia. Non dimentichiamo che c’è un assassino in libertà. Tutti sospettano la stessa persona, non serve fare nomi. Il movente è economico e forse anche passionale: non voleva essere lasciato perché non aveva i mezzi per vivere”.

L’attenzione degli inquirenti è ora sull’alibi di Visintin. La morte di Liliana è stata collocata tra le 8 e le 12 del 14 dicembre. Tra le 9:12 e le 12:13 il suo telefono non ha registrato attività: lui sostiene di trovarsi in un laboratorio di coltelli, dove il segnale non prendeva. “Abbiamo verificato i suoi dati di traffico – ha spiegato la consulente della famiglia, la dottoressa Marano – e c’è un buco di tre ore proprio nel giorno della scomparsa. Questo è un dato che merita un approfondimento tecnico, ma finora non è stato fatto”.

Visintin ha ribadito la sua posizione: “L’ho spiegato più volte, nel laboratorio le mura sono spesse e all’interno il telefono non prende”.

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