
Un grave attacco alla fede, alla cultura cristiana e alla maternità. Il giorno successivo alla manifestazione dell’8 marzo a Napoli, in cui è stato esposto uno stendardo con l’immagine della Madonna che tiene in mano una pillola abortiva e la scritta “aborto libero”, l’associazione Pro Vita & Famiglia Onlus ha condannato l’episodio come “un atto di vilipendio della religione”, minacciando una possibile azione legale per difendere i credenti e fermare quella che definisce “una deriva blasfema e ideologica”.
“Esibire un’immagine sacra come quella della Madonna con una pillola abortiva non è solo una provocazione, ma un atto gravissimo di vilipendio della religione e un’offesa verso milioni di fedeli”, ha dichiarato il vicepresidente Jacopo Coghe, spiegando che “è inaccettabile che, in nome di un’ideologia radicale, si permetta di oltraggiare i simboli della fede cattolica, calpestando il rispetto e la sensibilità di chi crede. Questo ennesimo sfregio alla figura della Vergine Maria dimostra il vero volto del femminismo estremista: un movimento che si presenta come inclusivo e tollerante, ma che in realtà è intriso di odio verso la cultura cristiana e verso la maternità stessa”.
Possibile azione legale
Coghe ha poi annunciato che “ci sono senz’altro gli estremi per valutare un’azione legale. Se fosse stato insultato un simbolo di altre religioni, si sarebbe gridato allo scandalo e sarebbe subito partita un’azione giudiziaria. Ma quando si tratta della Madonna e della fede cristiana, tutto è permesso? Non staremo a guardare: chi ha offeso la nostra fede dovrà risponderne davanti alla legge e all’opinione pubblica”.
Critiche al femminismo radicale
Per l’associazione, questa provocazione non solo è inaccettabile, ma rappresenta anche un autogol per il movimento femminista radicale: “Con simili gesti, queste attiviste dimostrano di non essere davvero a favore delle donne, ma solo di un’ideologia di morte e distruzione. La Madonna è il simbolo della maternità e della vita: usarla per promuovere l’aborto è una contraddizione grottesca, che rivela quanto questa ideologia sia profondamente nemica della donna e della sua natura”.
Un clima di intolleranza crescente
Coghe ha anche denunciato un clima di intolleranza crescente, osservando: “Non è un caso che le femministe estremiste continuino a mostrare il loro vero volto: non tollerano il dissenso, attaccano chi ha opinioni diverse e disprezzano tutto ciò che richiama la bellezza della vita e della famiglia. Ma l’opinione pubblica non è cieca: chiunque abbia un minimo di sensibilità e buon senso capisce che questa violenza ideologica non ha nulla a che fare con i diritti delle donne”.