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“È stato trovato lì”. Bimba sbranata dal pitbull, la scoperta che cambia tutto

Pubblicato: 10/03/2025 21:53

Il pigiamino insanguinato che potrebbe appartenere alla bambina di 9 mesi deceduta ad Acerra (Napoli) tra il 15 e il 16 febbraio scorsi non sarebbe stato rinvenuto nell’abitazione o nelle vicinanze, bensì in un cassonetto della clinica Villa dei Fiori, dove il padre aveva portato la piccola. Le indagini sono ancora in corso e gli inquirenti mantengono il massimo riserbo, ma il ritrovamento del capo d’abbigliamento ha portato a ipotizzare che il padre, prima di portare la figlia in ospedale, possa averla cambiata. Il 25enne, che attende di essere sentito dalla Procura di Nola, è l’unico indagato. L’accusa formulata nei suoi confronti è di omicidio colposo, in quanto, secondo i dettagli dell’incarico per l’autopsia, “in qualità di genitore responsabile della minore, ometteva di vigilare e custodire il cane pitbull che possedeva, il quale ha aggredito la bambina, causandole lesioni che hanno portato alla sua morte”.

Il ritrovamento del pigiamino insanguinato Il 4 marzo scorso, il Tgr aveva riportato la notizia del ritrovamento del pigiamino, che sarebbe stato trovato “tra i sacchetti dell’immondizia” prima di essere smaltito. Tuttavia, l’avvocato Luigi Montano, che assiste il padre della bambina, ha precisato che nei verbali di sequestro non risulta alcun riferimento a pigiami o tutine. Secondo alcune voci non confermate, il capo di abbigliamento non sarebbe stato rinvenuto nell’abitazione, ma nella spazzatura della clinica, suggerendo che potrebbe essere stato smaltito dal personale sanitario.

Le notizie false sul caso Recentemente, il procuratore di Nola, Marco Del Gaudio, aveva dichiarato che le indagini erano ormai in fase finale e aveva sottolineato come, sul caso, si fossero diffuse anche notizie false alimentate dall’uso dell’intelligenza artificiale. Il procuratore ha anche richiamato l’attenzione sulla presunzione di innocenza, aggiungendo che “i processi non si fanno sui media”, ma vanno lasciati evolvere con la dovuta cautela. Infatti, sui social erano circolate alcune foto, erroneamente attribuite alla bimba deceduta, che la mostravano insieme al cane di famiglia, con l’intento di scagionare il pitbull. Si trattava però di immagini prese da internet, risalenti a anni precedenti, che non avevano alcuna relazione con il caso in questione.

I fatti relativi alla morte della bambina Nelle prime ore del 16 febbraio, il padre aveva portato la piccola alla clinica Villa dei Fiori. L’uomo ha raccontato di essersi addormentato accanto alla bambina e di averla trovata, circa un’ora dopo, a terra in una pozza di sangue. Convinto che fosse ancora viva, l’aveva subito presa in braccio per portarla in ospedale. Tuttavia, è probabile che la bambina fosse già morta da alcuni minuti.

L’autopsia ha confermato che sul corpo della neonata erano presenti segni compatibili con i morsi di un cane. I medici ritengono che il decesso risalga a circa mezz’ora prima del ritrovamento, e che potrebbe essere stato causato dalla rottura dell’osso del collo. I dettagli sulle cause della morte saranno confermati solo dopo l’autopsia, che dovrà chiarire se i morsi sono stati inflitti post mortem, magari dopo una caduta della bambina, o se le ferite siano legate all’attacco del cane.

Sono ancora in attesa di risultati importanti, tra cui l’esito degli esami delle feci dei due cani presenti nell’abitazione (il pitbull Tyson e la meticcia Laika) per cercare tracce biologiche della bambina. Inoltre, non sono stati ancora ottenuti i risultati del test del DNA, che confronterà il materiale genetico trovato sul corpo della piccola con quello del pitbull; l’incarico è stato affidato il 26 febbraio, e i consulenti hanno chiesto fino a 40 giorni per completare gli accertamenti.

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Ultimo Aggiornamento: 11/03/2025 07:06

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