
“Ho perso molti chili. Ormai faccio fatica in ogni cosa. Riesco a lavorare solo a tratti, e ho sempre dormito poco, ma ora passo gran parte del tempo a letto.” Così Vittorio Sgarbi si racconta, parlando della sua salute, del suo rapporto con la madre, degli studi con Arcangeli, dei suoi anni in televisione e dei suoi guai legali.
Nel corso di un’intervista con Antonio Gnoli, pubblicata su Robinson, l’inserto culturale del Corriere della Sera, il critico d’arte riflette sul futuro: “È una domanda inevitabile, soprattutto ora che mi trovo in una condizione di malinconia e depressione che non riesco a superare. Il corpo ha il suo naturale declino, e la mente ha le sue ombre: pensieri e fantasmi che non posso scacciare. Non ne avevo mai sofferto prima. Mi sembra di essere un treno fermo in una stazione sconosciuta”, ha detto.
Quanto, invece, le sue vicende giudiziarie stanno incidendo su questa fase della sua vita? “In modo molto forte, direi devastante”, ha risposto Sgarbi. “Ciò che mi viene imputato sono azioni che ho compiuto con la massima naturalezza, ma che non corrispondono al mio comportamento. Ho sempre cercato di trattare con cura e attenzione le opere d’arte. Come spero di uscirne? Mi auguro che emerga la verità, quella vera, quella che rispecchia lo spirito con cui ho agito.”