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Morte di Carmine Gallo, la Procura indaga: disposta l’autopsia per chiarire ogni dubbio

Pubblicato: 11/03/2025 13:02

La morte di Carmine Gallo, ex superpoliziotto finito sotto i riflettori per l’inchiesta Equalize, non convince del tutto gli inquirenti. Apparentemente deceduto per un infarto nella sua abitazione di Garbagnate Milanese, dove si trovava agli arresti domiciliari, il caso ha assunto contorni sempre più complessi, spingendo la Procura di Milano a ordinare l’autopsia sul corpo.

Le indagini sono coordinate dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia Francesco De Tommasi, affiancato da Antonio Ardituro della Dna. L’esame autoptico, affiancato da test tossicologici, servirà a verificare se si tratti effettivamente di morte naturale o se possano esserci elementi riconducibili a un gesto volontario. Sotto la lente, anche i farmaci assunti da Gallo, gli ultimi pasti e un vasetto di yogurt che l’ex funzionario non avrebbe consumato.

Il racconto della moglie e i rilievi dei carabinieri

A far emergere i primi interrogativi è stata la moglie, che ha riferito di averlo atteso per colazione quella domenica mattina. «Ti raggiungo», le avrebbe detto prima di non rialzarsi più dal letto. I carabinieri, intervenuti subito dopo la segnalazione, hanno eseguito rilievi accurati nella casa, sequestrando il cellulare riservato di Gallo, quello della moglie, alcuni farmaci e il cibo rimasto.

Un uomo considerato in buona salute

I familiari hanno dichiarato che Carmine Gallo non mostrava segnali di malessere. Recentemente aveva affrontato un piccolo intervento per un’ernia, ma si era già ristabilito e continuava a fare attività fisica. Durante le prime indagini, alla moglie è stato chiesto se avessero ricevuto cibo da asporto nei giorni precedenti o se avesse notato movimenti sospetti intorno all’abitazione.

Una carriera tra indagini e misteri

Carmine Gallo era stato arrestato lo scorso ottobre nell’ambito dell’inchiesta Equalize, che ha portato alla luce una vasta rete di sorveglianza illegale su oltre 800mila persone. Accusato di associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistemi informatici, aveva deciso di collaborare con la giustizia dichiarando: «Sono sempre stato un uomo delle istituzioni».

Nel corso della sua carriera, Gallo aveva condotto indagini delicate come quelle sulla strage di Duisburg e sulle trattative per il rilascio di ostaggi nella Locride. Secondo alcune indiscrezioni, mentre era ai domiciliari stava lavorando a un memoriale sulla sua attività investigativa.

Il ruolo nell’inchiesta Equalize e nuovi scenari

Grazie anche alle sue dichiarazioni e a quelle dell’hacker Samuele Colamucci, gli inquirenti avrebbero ricostruito l’organizzazione interna della cosiddetta “squadra Fiore”, un altro gruppo di cyber spie specializzate nella creazione di dossier riservati. Si ipotizza che i verbali custoditi nell’inchiesta contengano riferimenti a contatti con esponenti di Aisi e Cia.

La morte di Gallo apre nuovi interrogativi, non solo sulla sua fine, ma anche sui segreti che forse custodiva e che, ora, rischiano di rimanere per sempre celati.

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