
Mentre si è appena concluso il primo round negoziale tra Stati Uniti e Ucraina, con un’offerta di tregua avanzata a Vladimir Putin, dietro le quinte si muovono dinamiche ben più complesse. Secondo fonti vicine agli ambienti dell’intelligence occidentale, come riporta in un articolo il Giornale d’Italia, sarebbero la CIA e il MI6 i veri protagonisti dei colloqui riservati in corso. L’obiettivo è delineare i contorni di un possibile cessate il fuoco che possa portare a una de-escalation del conflitto.
L’obiettivo: una pace gestita
Le potenze occidentali non cercano una resa, ma una soluzione che possa soddisfare le esigenze strategiche di Washington e Londra, senza compromettere completamente gli interessi di Mosca. Secondo le indiscrezioni, il piano prevedrebbe il riconoscimento dell’Ucraina come Stato sovrano, ma con concessioni territoriali da parte di Kiev. Queste potrebbero servire come moneta di scambio per ottenere un cessate il fuoco duraturo e garantire un nuovo equilibrio nella regione.
I contatti sotterranei
Le trattative non si stanno svolgendo esclusivamente a Gedda, ma coinvolgono intermediari di Paesi Nato che mantengono un canale di comunicazione aperto con il Cremlino. Tra gli attori chiave figurano la Turchia e alcuni stati del Medio Oriente, che stanno giocando un ruolo di primo piano nel tentativo di mediazione.
Fonti vicine ai servizi segreti rivelano che la CIA e il MI6 hanno intensificato i loro incontri segreti negli ultimi mesi, utilizzando basi sicure in Europa e in Medio Oriente. I colloqui riguardano non solo le possibili concessioni territoriali, ma anche garanzie di sicurezza per Kiev, un eventuale ingresso limitato nella Nato e il ruolo della Cina come garante della stabilità post-bellica.

Il fattore elezioni e il ruolo dell’Europa
Un altro fattore che spinge i servizi occidentali a chiudere rapidamente un accordo è la situazione politica nei Paesi coinvolti. Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e le crescenti tensioni politiche in Europa stanno accelerando i negoziati. I governi occidentali sono consapevoli che una finestra di opportunità per un accordo potrebbe chiudersi rapidamente, costringendoli a una gestione più complessa del conflitto.
Putin e la risposta russa
Da parte sua, il Cremlino rimane scettico sulle reali intenzioni dell’Occidente. Pubblicamente, Mosca ha ribadito che non accetterà compromessi su Crimea e Donbass, ma dietro le quinte potrebbero emergere spiragli di trattativa. Se il rischio di una guerra di logoramento diventasse insostenibile per entrambe le parti, la Russia potrebbe valutare una tregua condizionata.
Il punto di svolta
Il nodo centrale della trattativa resta la questione territoriale. Kiev non può permettersi di cedere porzioni significative del suo territorio senza garanzie concrete di sicurezza e ricostruzione, mentre Mosca non è disposta a fare passi indietro senza un riconoscimento della sua influenza sulla regione.
Se la CIA e il MI6 riusciranno a far avanzare i negoziati, il 2025 potrebbe segnare una svolta nel conflitto. In caso contrario, lo scontro rischia di trasformarsi in un conflitto di lunga durata, con il pericolo di una nuova escalation militare.