Vai al contenuto

Getta uova contro un disabile ogni giorno: condannato

Pubblicato: 12/03/2025 23:04

È stato condannato a nove mesi di reclusione per stalking un giovane di 26 anni, protagonista di una lunga serie di comportamenti vessatori ai danni di un uomo con disabilità. La vicenda, risalente al 2021, si è conclusa in questi giorni con la sentenza del tribunale di Verona, che ha riconosciuto la condotta persecutoria tenuta dall’imputato, residente nel quartiere Borgo Roma.

Il caso ha destato particolare indignazione per la crudeltà degli episodi: il giovane, a bordo della propria auto, lanciava uova contro i passanti, ma in particolare aveva preso di mira un uomo di 52 anni affetto da disabilità fisiche e cognitive, che da tempo subiva da parte sua insulti, offese e atti di derisione.

Una persecuzione documentata dalle telecamere

Le molestie, secondo quanto ricostruito in aula, non si limitavano ai lanci di uova. Il disabile era oggetto di continui attacchi verbali, mentre nel cortile della sua abitazione venivano gettati rifiuti intenzionalmente. Sentendosi sempre più isolato e spaventato, la vittima aveva confidato le sue paure all’amministratrice di sostegno e a un parente, che ha poi installato delle telecamere di sorveglianza. Le immagini hanno rappresentato un elemento determinante per gli inquirenti, confermando la sistematicità delle azioni persecutorie.

Complici assolti, l’autore principale confessa

Nel procedimento giudiziario erano coinvolte anche altre due persone, che avrebbero partecipato ad alcuni episodi, ma sono state assolte per insufficienza di prove. Diversa la posizione del 26enne, che in aula ha ammesso le proprie responsabilità, definendo le sue azioni come una “bravata”, un gesto che – secondo le sue parole – doveva essere “divertente e goliardico”.

“Gesti stupidi che non ripeterò mai più”

Poco prima del verdetto, l’imputato ha chiesto scusa alle vittime, alcune delle quali si erano costituite parte civile, promettendo un risarcimento. “Ho fatto una cosa stupida, non pensavo alle conseguenze”, ha dichiarato, aggiungendo che si trattava di “un comportamento che non ho intenzione di ripetere”.

La condanna a nove mesi, seppur con pena sospesa, rappresenta un segnale chiaro da parte del tribunale: anche ciò che viene banalizzato come scherzo può trasformarsi in una forma di persecuzione grave, soprattutto se le vittime sono soggetti vulnerabili.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure