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Morì per difendere la madre dal compagno: l’uomo condannato all’ergastolo

Pubblicato: 12/03/2025 20:42

La Corte di Cassazione ha messo la parola fine al processo per il brutale omicidio avvenuto a Tortolì l’11 maggio 2021: la condanna all’ergastolo per Masih Shahid, cittadino pakistano di 31 anni, è stata confermata. I giudici della Suprema Corte hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa, rendendo così definitiva la condanna già pronunciata in primo grado e poi confermata in appello.

Masih Shahid era accusato di aver accoltellato a morte il ventenne Mirko Farci, intervenuto per difendere la madre, Paola Piras, gravemente ferita nell’aggressione. Il tragico episodio si consumò nell’abitazione della donna, situata nel centro di Tortolì, in provincia di Nuoro. Un delitto che scosse profondamente la comunità ogliastrina e che ora trova il suo epilogo giudiziario.

Cassazione: ricorso infondato

Nel corso dell’udienza tenutasi oggi, mercoledì 12 marzo, il procuratore generale ha sottolineato come il ricorso dell’imputato non presentasse elementi nuovi di diritto, ma si limitasse a una rilettura soggettiva dei fatti già ampiamente valutati nei precedenti gradi di giudizio. Per questo motivo, ne è stata chiesta l’inammissibilità, richiesta poi accolta dalla Corte.

Anche gli avvocati delle parti civili, Maurizio Corda e Marcello Caddori, hanno evidenziato la piena sussistenza di tutti gli elementi della premeditazione, sottolineando inoltre la crudeltà del gesto e il comportamento dell’imputato, che – secondo quanto emerso – avrebbe agito con freddezza e determinazione. Le attenuanti generiche, già escluse in sede di appello, sono state nuovamente ritenute non applicabili.

La linea della difesa respinta

Di diverso avviso la difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Federico Delitala, che ha insistito su un presunto travisamento dei fatti da parte dei giudici di merito, puntando in particolare sulla valutazione della premeditazione e sull’assenza di un’adeguata considerazione delle circostanze attenuanti. Tuttavia, le argomentazioni non hanno trovato accoglimento in sede di legittimità.

Fine della vicenda giudiziaria

Con il rigetto del ricorso in Cassazione, la condanna al carcere a vita diventa definitiva, chiudendo – salvo clamorosi sviluppi futuri – il lungo iter giudiziario iniziato subito dopo l’arresto di Shahid. Il caso, particolarmente sentito in Sardegna, si era distinto fin dall’inizio per la drammaticità del gesto e per il coraggio del giovane Mirko, che perse la vita nel tentativo di proteggere la madre da un’aggressione furiosa.

Ora, la giustizia ha fatto il suo corso. E mentre resta vivo il dolore per una tragedia che ha spezzato una giovane vita, si chiude anche l’ultima pagina processuale di uno dei fatti di cronaca più sconvolgenti degli ultimi anni in Italia.

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