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Giorgetti e Meloni giocano a “fare Trump”: il piano per salvare l’Italia

Pubblicato: 13/03/2025 18:27

Siamo usciti dalla Guerra Fredda per entrare nella “Terza guerra mondiale a pezzi”, una delle intuizioni più significative del pontificato di Papa Francesco. Ma questo passaggio è avvenuto senza una strategia chiara per ridefinire i rapporti tra le grandi potenze. Lo dice una interessante analisi di Libero. Il risultato? Un mondo caotico e in continua trasformazione, accentuato dal ritorno di Donald Trump e di un’America che sembra avere iniziato un nuovo percorso autarchico.

L’Europa tra guerra e nuovi equilibri globali

Dopo tre anni di guerra in Ucraina, l’Europa appare logorata. La Russia non ha vinto, ma nemmeno perso, mentre l’Ucraina non regge senza aiuti esterni. L’iniziativa di Trump punta a chiudere un conflitto senza sbocchi, mentre gli Stati Uniti ri-orientano la loro politica economica e strategica verso il Pacifico, con la Cina come principale antagonista. Come dovrebbe muoversi l’Italia in questo contesto?

Il ministro Giancarlo Giorgetti, intervenendo in Parlamento, ha delineato un quadro pragmatico:

  • L’Europa deve rafforzare la propria difesa, ma senza compromessi su scuola, sanità e welfare.
  • Sui dazi commerciali serve una risposta razionale, cogliendo l’occasione per riformare le regole del Wto, che hanno aperto il mercato globale alla Cina senza imporle gli stessi vincoli dell’Occidente.
  • Bisogna proteggere la sovranità finanziaria italiana, con una strategia chiara per il mercato dei capitali e il sostegno alle imprese e alle famiglie.

Il risiko bancario e l’interesse nazionale

L’analisi di Libero sottolinea come l’Italia non possa limitarsi a osservare passivamente il risiko bancario in corso, che vede protagonisti colossi come Generali e Unicredit. La finanza non può essere ridotta a un semplice “è il mercato, bellezza”, ignorando l’interesse nazionale e il rischio che i risparmi italiani finiscano all’estero. Lo Stato deve intervenire, se necessario, per tutelare il sistema economico del Paese.

La nuova globalizzazione: il ritorno a casa della storia

L’insegnamento di grandi economisti come Guido Carli, Carlo Azeglio Ciampi e Luigi Einaudi resta valido: prima di tutto, un Paese deve essere forte in casa propria. Questo principio è alla base delle strategie di Trump, che non guarda al crollo di Wall Street, ma alla crescita dell’economia reale: inflazione sotto controllo, produzione interna, rilancio del Made in America e tutela del lavoro.

Anche in Italia, Giorgetti e Meloni sembrano muoversi nella stessa direzione, consapevoli che la globalizzazione sta facendo il percorso inverso rispetto agli ultimi trent’anni. Il mondo è cambiato e la storia sembra tornare sempre al punto di partenza: prima di tutto, serve una nazione solida e autosufficiente.

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