
La decisione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di ordinare ai suoi eurodeputati di Fratelli d’Italia di astenersi sulla risoluzione del Parlamento europeo a sostegno dell’Ucraina segna una svolta politica per il partito. La motivazione, secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, è legata alla presenza nel testo di riferimenti che la premier ha ritenuto troppo critici nei confronti degli Stati Uniti e di Donald Trump. Il nostro “non è stato un doppio voto”, dice all’Adnkronos un membro dell’esecutivo in quota Fratelli d’Italia: “La posizione è chiara: se approvi un testo troppo anti-Usa, come fai poi a farti mediatore con gli Usa?”. Sulla stessa risoluzione per l’Ucraina, la Lega ha votato contro mentre Forza Italia si è espressa a favore
Nelle ore precedenti al voto a Strasburgo, Meloni ha mantenuto un filo diretto con i suoi fedelissimi, cercando di modificare la risoluzione. Prima è stato chiesto un rinvio del voto, per tenere conto delle recenti intese di Gedda; poi è stato tentato un emendamento, promosso dal Ppe, per riequilibrare il testo e includere la proposta di un vertice Ue-Usa per rafforzare la cooperazione transatlantica. Entrambi i tentativi si sono infranti contro la netta opposizione del blocco popolare-socialista.
A quel punto, la premier ha scelto di sfilarsi dal sostegno alla risoluzione, rifiutando di appoggiare un testo che, nella sua visione, delegittimava gli Usa e gli sforzi diplomatici di Volodymyr Zelensky. Sebbene Meloni non abbia contattato direttamente il presidente ucraino, da fonti governative trapela che ci siano stati colloqui informali con Kiev per chiarire la posizione italiana.
L’astensione di Fratelli d’Italia ha suscitato irritazione in diverse cancellerie europee, in particolare a Parigi e Londra. Inoltre, la premier ha fatto sapere al neoeletto primo ministro britannico Keir Starmer che non parteciperà alla riunione dei “volenterosi” prevista per sabato, a meno che l’ordine del giorno non venga modificato. Attualmente, il summit è focalizzato sull’invio di contingenti di pace in Ucraina, ipotesi che Meloni non intende avallare. Solo se il dibattito venisse ampliato alla difesa europea in generale, la premier potrebbe riconsiderare la sua partecipazione in collegamento video.
Sul fronte diplomatico, nonostante la riservatezza di Palazzo Chigi, sembra che ci sia stato un nuovo contatto con la Casa Bianca dopo il vertice di Gedda, a conferma della volontà del governo italiano di mantenere aperto un canale privilegiato con Washington.