
Le nuove analisi sul DNA trovato sotto le unghie di Chiara Poggi confermano che il profilo genetico corrisponde ad Andrea Sempio. A sostenerlo è Carlo Previderé, genetista dell’Università di Pavia, noto per aver lavorato sul caso di Yara Gambirasio. È sulla base di questa perizia che la Procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, ha deciso di riaprire le indagini sul delitto avvenuto a Garlasco.
Il DNA non appartiene ad Alberto Stasi
Le analisi confermano che il materiale genetico esclude qualsiasi legame con Alberto Stasi, l’ex fidanzato della vittima, condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio. Secondo la consulenza genetica richiesta dalla Procura, come riportato da diverse fonti, “le tracce di DNA maschile repertate nelle unghie della vittima sono utilizzabili per la comparazione genetica”. Previderé sostiene che “uno dei cinque aplotipi repertati, precisamente quello di Andrea Sempio, è compatibile con i campioni raccolti dai margini ungueali della vittima”.
Il DNA non era illeggibile

Questa nuova analisi smentisce la precedente perizia condotta da Francesco De Stefano, che definiva il materiale genetico troppo deteriorato per essere analizzato.
Le nuove indagini su Andrea Sempio
Le attenzioni degli inquirenti si sono nuovamente concentrate su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. Il 13 marzo l’uomo si è presentato in caserma a Milano per il prelievo del DNA, dichiarando di essere “molto tranquillo”. Il suo avvocato, però, ha definito la situazione “una macchinazione”, sostenendo che il suo assistito avrebbe preferito un’ordinanza del giudice per le indagini preliminari prima di sottoporsi al test.
Mozziconi di sigaretta e alibi da verificare
Tra gli elementi ancora da chiarire ci sono i mozziconi di sigaretta trovati nella villetta di Garlasco. Chiara non fumava e, nonostante fossero stati fotografati dalla scientifica, quei mozziconi non furono mai analizzati.
C’è poi il tema dello scontrino del parcheggio di Vigevano, che rappresenta l’alibi di Sempio. Il documento risale alla mattina del delitto, quando l’uomo sostiene di essersi recato in libreria. Tuttavia, lo scontrino è stato consegnato ai carabinieri un anno dopo l’omicidio, sollevando il dubbio sul motivo per cui avrebbe deciso di conservarlo così a lungo.
Le dichiarazioni della madre e le telefonate sospette
La madre di Sempio inizialmente confermò il viaggio a Vigevano, ma non fece mai menzione dello scontrino fino al 2017, quando l’indagine sul figlio venne riaperta. Solo allora spiegò che il biglietto era stato trovato dal marito in auto e conservato con l’idea che potesse servire per ricostruire i movimenti del giorno del delitto.
Infine, restano da chiarire le telefonate che Sempio fece a casa Poggi la mattina del 13 agosto 2007. Lui ha sempre sostenuto di voler contattare Marco Poggi, ignaro che in quel momento fosse in Trentino. Il suo avvocato ha ribadito: “Evidentemente non lo sapeva”.