
Le tensioni tra Fratelli d’Italia e Lega si trasformano in uno scontro aperto tra Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti, in un confronto che ha agitato i palazzi della politica per tutta la giornata di ieri. Il motivo della frizione è il tema della difesa e dei fondi europei, ma il vero nodo è il peso della Lega all’interno del governo. Un braccio di ferro che si consuma tra il Consiglio dei ministri e le trattative per la risoluzione di maggioranza in vista del Consiglio europeo del 20-21 marzo.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, ostenta sicurezza: “L’accordo ci sarà sicuramente”. Ma nei fatti la quadra ancora non esiste. La sua strategia è chiara: condizionare l’adesione dell’Italia ai piani di difesa europei con un pacchetto di misure economiche che vanno dalle pensioni alla flat tax, fino alla rottamazione delle cartelle fiscali. Inoltre, il Carroccio pretende che eventuali acquisti militari siano effettuati esclusivamente presso aziende italiane, una posizione che trova ostacoli tanto nella logistica industriale quanto nelle alleanze internazionali.
L’insofferenza di Meloni è palpabile. La premier ritiene le richieste della Lega irrealizzabili e pericolose per gli equilibri con Francia e Germania, con cui l’Italia deve trattare le modifiche al Rearm Eu, il piano europeo per il riarmo. Il tema è talmente caldo che in Consiglio dei ministri, davanti a testimoni, Meloni ha avuto un confronto teso con il ministro dell’Economia Giorgetti, uno degli uomini chiave della Lega.
Lo scontro è diventato di dominio pubblico nelle ore successive, con voci che si rincorrevano nei corridoi parlamentari, fino alla smentita ufficiale di Palazzo Chigi e del Mef. Ma il segnale è chiaro: la distanza tra i partiti della maggioranza si sta allargando, e la Lega continua a giocare su più fronti per ritagliarsi un ruolo più forte nel governo.
Dopo il faccia a faccia con Giorgetti, Meloni ha avuto un lungo colloquio con Salvini, mentre si confrontava anche con il ministro della Difesa Guido Crosetto, che condivide le preoccupazioni della premier sulla gestione degli acquisti militari. Sullo sfondo, un’altra battaglia interna: la Lega vuole accelerare sull’autonomia differenziata, con il ministro Roberto Calderoli che in Cdm ha ribadito l’urgenza di procedere con la riforma, legata ai fondi del Pnrr.
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è intervenuto per cercare di raffreddare gli animi, invitando a moderare i toni soprattutto in politica estera. Ma il messaggio è chiaro: la maggioranza è attraversata da divisioni profonde, e il rischio di una guerra interna è più concreto che mai.