
Il caso di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco, è stato seguito per anni da Le Iene, che da nove anni non smettono di sostenere che ci possano essere stati errori nel condannare Alberto Stasi, suo fidanzato all’epoca dei fatti, come colpevole dell’omicidio. Recentemente è emersa una novità importante: l’inchiesta è stata riaperta e sono tornati sotto i riflettori i sospetti su Andrea Sempio, il cui nome è ora di nuovo al centro delle indagini. Due giorni fa, Le Iene hanno intervistato un supertestimone che, dopo 18 anni di silenzio, ha deciso di raccontare la sua versione su quanto accadde il giorno del delitto. L’uomo ha scelto di parlare solo ora, spiegando di aver temuto per la sua sicurezza. «Mi sento più libero?» ha detto il testimone. «Sì, dopo 18 anni a dover tenere dentro questa verità, ora mi sento meglio, a livello emotivo e personale. Lo faccio solo per Chiara, per lei, non mi interessa nulla degli altri.»
La nuova teoria investigativa, in un servizio di Alessandro De Giuseppe, andrà in onda stasera, domenica 16 marzo, in prima serata su Italia1.
Già negli ultimi dieci anni, da quando è stata emessa la sentenza definitiva contro Alberto Stasi, erano stati sollevati dubbi sulla veridicità della condanna. Ora la Procura di Pavia ritiene di avere «elementi nuovi» da esplorare su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, che era stato già coinvolto in due precedenti inchieste, poi archiviate. Un elemento centrale di questa nuova fase investigativa è il confronto tra il DNA prelevato da Sempio e le tracce genetiche trovate sotto le unghie e sulle mani della vittima. È difficile che gli inquirenti possano già disporre un’accertamento tecnico irripetibile domani, durante le indagini condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano. Ci vorrà ancora del tempo, e la prossima settimana potrebbero riprendere le audizioni di testimoni, tra cui i genitori di Chiara. L’inchiesta, inoltre, continuerà a cercare reperti, molti dei quali sono andati persi o distrutti, come il pigiama, il tappetino del bagno e la tastiera del computer, per possibili analisi biologiche, anche sul DNA di Sempio. Nel frattempo, alcuni oggetti della casa della vittima stanno riaffiorando dalle indagini.
Alberto Stasi, intanto, spera che questa nuova fase d’inchiesta possa portare a un cambiamento, mentre Andrea Sempio, una volta che il clamore mediatico si sarà attenuato, tenterà di tornare alla sua vita normale e riprendere il lavoro. Le nuove indagini, però, dovranno fare i conti con l’impatto della pressione mediatica, che potrebbe influire sulle testimonianze, dato che molte delle persone coinvolte sono chiamate a ricordare fatti accaduti ben 18 anni fa. Inoltre, verranno disposti ulteriori esami sull’impronta lasciata da una scarpa, così come su tutte le altre tracce rilevate, che verranno esaminate e rivalutate singolarmente. In un report tecnico, firmato dal consulente Oscar Ghizzoni nel 2020, per conto dell’allora avvocato di Stasi, Laura Panciroli, si affermava che sul dispenser del sapone in bagno, oltre alle impronte attribuite con certezza a Stasi, era stato trovato anche un «frammento papillare» che conteneva «informazioni dattiloscopiche», ma che non era stato utilizzato per ulteriori confronti.