
Le Ferrari non possono essere certamente soddisfatte dopo l’esito disastroso del Gran Premio d’Australia, che ha segnato l’inizio della stagione di Formula 1. A fare la differenza è stata una strategia del muretto Rossa totalmente fallimentare: entrambe le vetture sono rimaste in pista un giro di troppo prima di effettuare il cambio gomme, quando la pioggia si è intensificata nel finale della gara. Se è stato un errore di valutazione o un ritardo ingiustificato, il risultato finale è impietoso, con Charles Leclerc e Carlos Sainz rispettivamente ottavo e decimo, in una corsa vinta da Lando Norris (McLaren), seguito da Max Verstappen (Red Bull) e le due Mercedes. La delusione per il team è amplificata dal team radio frustrato di Lewis Hamilton, che, di solito sempre molto misurato, questa volta non è riuscito a trattenere un’imprecazione.
Il dialogo tra Hamilton e il suo ingegnere di pista, Riccardo Adami, subito dopo il fallito cambio gomme, evidenzia la delusione: “Abbiamo appena perso una grande opportunità”, commenta Hamilton. “Ho capito”, risponde l’ingegnere. E poco dopo, Hamilton chiede: “In che posizione mi trovo ora?”, ricevendo la risposta: “P9”. Hamilton non trattiene la rabbia e esclama: “Merda… scusate, non mi ero accorto che la radio fosse accesa.”
La frustrazione del pilota è evidente in vari momenti della gara. Quando Adami gli consiglia di usare il pulsante K1 per il boost elettrico, Hamilton risponde stizzito: “Lasciami fare.” L’ingegnere insiste: “K1 disponibile.” E Hamilton, ormai visibilmente irritato, ribatte: “Sì, lo so, lasciami fare.” La delusione è palpabile per il pilota, che nemmeno nei suoi peggiori incubi avrebbe immaginato un esordio così negativo in Ferrari, finendo dietro anche al giovane Kimi Antonelli, suo sostituto in Mercedes, e da vetture che sulla carta sembravano essere meno competitive come Williams, Aston Martin e Sauber.
Alla fine della gara, con un tono più misurato, Hamilton ammette: “Speravo in un risultato migliore, ma valiamo di più di così.” Dopo il GP, da Fred Vasseur ai meccanici della Ferrari, c’è solo da guardare avanti: il prossimo appuntamento è già in Cina, e fare peggio sembra difficile.