
Una coppia di giovani professionisti italiani, originari di Arezzo, si trova attualmente bloccata a San Diego, California, dopo la nascita del loro figlio tramite gestazione per altri (GPA). Questo evento rappresenta il primo caso noto dall’entrata in vigore, il 3 dicembre 2024, della legge che rende la maternità surrogata un reato universale per i cittadini italiani, anche se effettuata in Paesi dove tale pratica è legale.
La legge, nota come “Legge Varchi”, prevede pene che vanno da tre mesi a due anni di reclusione e multe da 600.000 a un milione di euro per chiunque ricorra alla GPA, indipendentemente dal luogo in cui essa venga praticata.
La coppia, composta da due uomini uniti civilmente dal 2022, ha scelto la California per la nascita del loro figlio, sfruttando la normativa statunitense che consente la gestazione per altri. Tuttavia, il rientro in Italia presenta ora gravi rischi legali. L’avvocato Gianni Baldini, che assiste la coppia, ha spiegato che stanno valutando le opzioni disponibili, sottolineando che negli Stati Uniti vige lo “ius soli”, per cui il bambino è cittadino americano, permettendo ai genitori di rimanere al suo fianco senza limiti di tempo.
Il caso solleva questioni legali complesse, tra cui la possibile incostituzionalità della legge Varchi e la violazione del principio della doppia incriminazione, secondo il quale un reato può essere contestato all’estero solo se la condotta è considerata reato in entrambi i Paesi coinvolti. Negli Stati Uniti, la gestazione per altri è perfettamente legale, rendendo controversa l’applicazione extraterritoriale della legge italiana.
Attualmente, la coppia ha deciso di rimanere negli Stati Uniti, evitando così il rischio di arresto e sanzioni pecuniarie in Italia. Questo caso potrebbe rappresentare l’inizio di un nuovo fronte legale e politico riguardante la legge sulla maternità surrogata e la sua applicazione nei confronti dei cittadini italiani all’estero.