
Un tragico incidente si è verificato sull’autostrada A25, dove ha perso la vita la moglie di Lucio Di Giovanni, noto armatore della marineria di Pescara. La donna viaggiava come passeggera sulla moto del marito quando, affrontando una curva, l’uomo potrebbe aver allargato troppo la traiettoria, sfiorando il guardrail sul lato sinistro della carreggiata.
La prima ricostruzione ipotizza che la donna sia stata agganciata dalla protezione stradale, che l’avrebbe colpita con violenza estrema. Di Giovanni, inconsapevole dell’accaduto, avrebbe proseguito la corsa, rendendosi conto solo dopo qualche chilometro che la moglie non era più in sella con lui.
Accortosi della tragedia, il motociclista è uscito al casello di Popoli e ha percorso la statale 17 per rientrare in autostrada al casello di Pratola. Dopo pochi chilometri, la drammatica scoperta: il corpo della moglie era in parte sull’asfalto e in parte ancora agganciato al guardrail.
Francesca non era solo una donna in cerca di un momento di respiro in una domenica di sole. Era una madre provata, una moglie che lottava per non arrendersi. Negli ultimi cinque anni, il destino l’aveva messa a dura prova: prima la perdita di Lorenzo, il figlio maggiore, stroncato a 25 anni da una malattia crudele; poi la tragedia di Marco, 19 anni, morto nel 2023 in un incidente con lo scooter sul lungomare di Pescara. Ora anche lei è stata travolta dalla stessa passione per le due ruote, quella che legava padre e figlio. Restavano Marta, la figlia di 29 anni, e la nipotina di sette mesi, i suoi punti di riferimento, la sua forza per andare avanti. Ma il destino non le ha concesso tregua.
Lucio, il marinaio e l’amante delle moto
Lucio, il marito, è un nome noto nella marineria abruzzese. Le sue imbarcazioni – Maria Teresa, Manuccio, Giuliana e Marco – sono parte del paesaggio del porto di Pescara. L’ultima, dedicata al figlio scomparso, sembra oggi un triste presagio. Grande appassionato di motociclette, Lucio convinceva spesso Francesca a seguirlo in sella, per cercare un momento di serenità tra le strade panoramiche d’Abruzzo. Ma quella domenica, quel giro si è trasformato in un addio doloroso, lasciandolo solo con i ricordi e il suono di un motore che non dimenticherà mai.