
L’ipotesi di creare un rifugio protetto per Jannik Sinner agli Internazionali d’Italia non convince Nicola Pietrangeli. L’ex leggenda del tennis azzurro ha commentato con scetticismo la possibilità di costruire un’area riservata per il numero uno del mondo, che tornerà in campo a Roma dall’8 maggio, dopo aver scontato la squalifica di tre mesi concordata con la Wada per chiudere il caso Clostebol.
“Sinner ha 23 anni, deve stare con i suoi amici. Che fa, si chiude lì dentro? Tutti andranno a rompergli le scatole, non la trovo una grande idea tra tutte quelle di Binaghi. Non vedo che cosa significhi”, ha dichiarato Pietrangeli a margine della prima tappa del Trophy Tour, con la Coppa Davis e la Billie Jean King Cup esposte al Circolo Canottieri Roma.
Il cambiamento del tennis e la Davis di oggi
Pietrangeli ha poi fatto un confronto tra la sua epoca e il tennis attuale, ammettendo di sentirsi distante da questo sport moderno: “La Coppa Davis di oggi e quella del 1976? È cambiato il mondo e anche il tennis. Questo tennis non mi appartiene, è come la Formula 1: va a velocità. La Davis è un altro sport. O sei giocatore di Davis o non lo sei. Il tennis è un gioco singolo, ma l’atmosfera della squadra piace. Non c’è una legge o un mental coach che ti può insegnare la Davis“.

Un pensiero che trova conferma anche nel suo giudizio su Fabio Fognini: “Ne ho visti tanti essere formidabili nei tornei e mediocri in Davis. Fognini, ad esempio, ha sempre dato il massimo, in Davis non gli si può mai dire niente”.
“Un tennis che non mi appartiene più“
Infine, Pietrangeli ha sottolineato le differenze economiche tra il tennis di ieri e quello di oggi, ricordando i suoi esordi: “I miei ricordi sono preistorici. Se mio padre non mi dava una mano, non ci sarei arrivato, avrei giocato a pallone. Oggi, se vinci a Parigi, ti danno due milioni e mezzo di euro. Io presi 150 dollari“, ha concluso con ironia.
Un’analisi che, tra nostalgia e pragmatismo, racconta il punto di vista di uno dei più grandi tennisti italiani di sempre su un mondo che continua a cambiare.