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Andrea Prospero poteva salvarsi. Il legale dell’arrestato: “È molto provato”

Pubblicato: 19/03/2025 10:06

Sono emersi dettagli inquietanti riguardo al caso di Andrea Prospero, il giovane di 19 anni di Lanciano deceduto lo scorso 29 gennaio a Perugia a causa di un mix letale di Xanax e Ossicodone. Le chat recuperate da uno dei telefoni del ragazzo stanno contribuendo a ricostruire i drammatici eventi che hanno preceduto la sua morte e a fare luce sul ruolo di altri soggetti coinvolti. Tra questi, figura un diciottenne romano noto come “Valemno” — attualmente agli arresti domiciliari con l’accusa di istigazione al suicidio — e un terzo giovane, Thomas Burberry, che sarebbe stato aggiunto successivamente alla conversazione di gruppo. Venerdì ci sarà l’interrogatorio di garanzia: intanto il legale dell’arrestato ha dichiarato che il giovane sarebbe “molto provato da tutto quello che sta succedendo”.

I trentacinque minuti seguiti alla morte di Prospero sono oggetto di particolare attenzione da parte degli inquirenti. In quei momenti concitati, i partecipanti alla chat hanno valutato la possibilità di chiamare il 118, ipotesi che è stata rapidamente abbandonata per paura delle conseguenze legali. “Chiamiamo l’ambulanza a quel fesso?” si legge nei messaggi recuperati, a cui segue la risposta preoccupata: “E fra’, col tuo cell? Se è vero e lo trovano con il cell e tutto?”. La paura di essere implicati nella morte di Andrea ha quindi prevalso su qualsiasi tentativo di soccorso.

L’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Margherita Amodeo evidenzia non solo il rischio di reiterazione del reato, ma anche quello di manipolazione delle prove. Si teme, infatti, che l’indagato possa cancellare chat o altre conversazioni compromettenti, ostacolando così il proseguimento delle indagini.

Intanto, è previsto per venerdì l’interrogatorio di garanzia del diciottenne romano, assistito dal legale Alessandro Ricci. Il giovane potrà decidere se avvalersi della facoltà di non rispondere o fornire la propria versione dei fatti.

Parallelamente, l’inchiesta si è estesa anche a un secondo filone legato alla “doppia vita” di Andrea Prospero. Nel monolocale dove viveva il ragazzo sono stati trovati cinque cellulari e ben 46 SIM, elementi che hanno spinto gli investigatori a ipotizzare un possibile coinvolgimento in attività illecite come truffe informatiche. Secondo quanto emerso, Andrea avrebbe cercato di sfuggire alle pressioni familiari e alle aspettative accademiche, trovando rifugio in attività online potenzialmente remunerative. La polizia postale e la squadra mobile stanno lavorando per comprendere l’entità e la natura di queste attività parallele, nella speranza di chiarire ulteriormente il contesto in cui si è consumata questa tragica vicenda.

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Ultimo Aggiornamento: 19/03/2025 18:48

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