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Chi Sono i 12 tennisti firmatari del documento anti-Sinner: paura e mistero dietro la denuncia

Pubblicato: 19/03/2025 16:13

Un gruppo di 12 tennisti ha recentemente firmato un documento di denuncia contro il “sistema corrotto” che, secondo loro, monopolizza il circuito del tennis professionistico. Questo atto, presentato al sindacato dei tennisti fondato da Novak Djokovic e Vasek Pospisil, ha scosso il mondo del tennis, soprattutto perché il nome del campione serbo, co-fondatore della Professional Tennis Players’ Association (PTPA), non figura tra i firmatari.

Il Caso Sinner come Emblema di un Sistema Ingiusto

Al centro della denuncia, il caso di Jannik Sinner viene eletto a simbolo della gestione “illegale e abusiva” degli organi di governo del tennis, tra cui ATP, WTA, ITF e ITIA. Secondo i firmatari, il caso del nostro tennista è di esempio tutto ciò che non va in un sistema in cui gli interessi degli atleti sembrano essere trascurati a favore di politiche poco trasparenti. Il documento accusa Atp, Wta e Itia che minerebbero l’integrità del movimento tennistico.

La (presunta) presenza di Top Player e la paura di esporsi

Nonostante le accuse pesanti, la lista dei firmatari è avvolta nel mistero. Anche se viene affermato che oltre 300 giocatori abbiano espresso sostegno al documento, solo una dozzina ha avuto il coraggio di firmarlo, e di alcuni non si conosce il nome. La motivazione, riportata nel dossier, è che “l’Atp/Wta ha diffuso così tanta paura nel corso degli anni che non è facile rendere pubblica la propria identità”.

Secondo i firmatari, anche tra i top player ci sarebbe un notevole malcontento, ma molti temono ritorsioni da parte degli organi ufficiali, che potrebbero danneggiare la loro carriera.

Tra i firmatari più noti, ci sono sicuramente Pospisil e Kyrgios, La mancanza di un numero significativo di top player tra i firmatari, però, lascia perplessi, sollevando interrogativi sulla reale portata della denuncia e sul livello di malcontento effettivo all’interno del circuito.

Perché Djokovic non ha firmato?

La grande domanda che rimane irrisolta è: perché Djokovic, uno dei fondatori della PTPA e da sempre critico delle strutture ufficiali, non ha messo il suo nome tra i firmatari del documento? La sua assenza solleva dubbi, e ci si chiede se ci siano ragioni politiche o strategiche alla base della sua scelta di non unirsi alla denuncia.

Un movimento di protesta o un gesto isolato?

Nonostante le dichiarazioni dei firmatari, che assicurano che il malcontento sia ampio e che molti giocatori avrebbero voluto partecipare ma temono ritorsioni, il movimento sembra diviso. Questo, insieme all’assenza di figure di spicco come Djokovic, rende l’intera denuncia meno credibile e più fumosa rispetto a quanto dichiarato.

La situazione, quindi, rimane complessa e piena di contraddizioni. Di certo il dibattito sul “sistema corrotto” del tennis è ora sotto i riflettori, ma la sua risoluzione dipenderà dalla capacità dei giocatori di superare le paure e di unire le forze per un cambiamento significativo. Fino ad allora, rimarrà da capire se questa denuncia rimarrà un gesto isolato, alimentato più dalla frustrazione che dalla volontà di cambiare il panorama del tennis.

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