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Il piano di riarmo e quell’Erasmus della difesa che unirebbe l’Europa

Pubblicato: 19/03/2025 16:11

Il dibattito sul piano di riarmo dell’Europa, dopo anni di scarsissimi investimenti in questo settore strategico e inevitabile dipendenza dagli USA, è cominciato in tutta Europa. La Germania ha addirittura modificato la costituzione per un piano di rilancio della propria difesa da 1.000/1.700 mld fatto a debito. Certo i tedeschi possono usare il debito, avendone poco in proporzione a noi: l’Italia, per seguire l’azione europea – ed anche i diktat statunitensi – dovrà fare i salti mortali. Il dibattito in Italia ha spaccato entrambe le coalizioni, ma mentre le grida di Salvini sono di un partito minoritario, la spaccatura del PD, primo partito dell’opposizione, crea una condizione di difficile alternanza di governo rendendosi impalpabile e inaffidabile sul piano Europeo, al di là del merito delle analisi. 

La sostanziale criticità del piano Von der Leyen è la sua visione ristretta. Un piano di unione europeo non può determinare esclusivamente le istanze delle élite europee, ma compenetrare al contempo le istanze del popolo europeo. E questo non solo per un’idea di partecipazione democratica, ma per convenienza politica continentale. L’Europa oggi deve ridurre le sacche di insoddisfazione in cui prosperano i populismi, non alimentarli. Assieme al piano di Riarmo bisognerebbe lanciare in contemporanea un grande piano del welfare minimo Europeo, da finanziare tramite ricorso al debito continentale. Dare salute a tutti i cittadini dell’Unione, cassa integrazione o avviamenti al lavoro europei, trovare una formula comune di salario minimo, ridurrebbe enormemente l’emarginazione di parti della popolazione europea. Che sono proprio le ragioni che hanno gonfiato le ali dei partiti populisti di diversa estrazione. Più sicurezza non può solo essere una formula riservata agli addetti ai lavori, politici e militari, ma è necessaria anche una sicurezza sociale, che faccia ripartire la domanda interna alla UE, vista l’inevitabile contrazione delle esportazioni data la politica sui dazi da parte di Trump. 

Sarebbe anche il caso di aprire un Erasmus della Difesa, una coscrizione volontaria per un esercito europeo plurietnico, una sorta di Legione Europea, come la Legione Straniera francese, addestrata ad entrare in campo quando le condizioni geopolitiche lo richiederanno. Questo farebbe avvicinare i cittadini ad un concetto diffuso di identità europea, patria comune. Duecentomila ragazzi addestrati in ferma volontaria biennale, consentirebbe nel giro di 5 anni di avere un esercito europeo compatto ed omogeneo, in tecniche di  addestramento ed equipaggiamento, di 1 milione di uomini di pronto intervento, deterrente più che sufficiente per scoraggiare qualunque idea malsana di potenze straniere sul suolo europeo. Il costo che tra stipendi, servizi e logistica ammonterebbe a circa 20 mld sarebbe più che sostenibile per il bilancio europeo in cambio di una pace continentale.

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