
Durante la puntata di Otto e Mezzo, il commento della prima telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin ha scatenato un acceso dibattito tra Beppe Severgnini e Marco Travaglio, che hanno espresso visioni opposte sul tema e non si sono fatti mancare critiche reciproche pesanti.
Il direttore del Fatto Quotidiano vede positivamente l’inizio di un dialogo tra Mosca e Washington, es esprime la speranza che la telefonata tra i due leader possa aprire la strada a un negoziato per riportare la pace in Ucraina.
Severgnini ha sollevato obiezioni: “Io spero che tu ti sia sbagliato quando hai detto né con la Nato né con Putin, caro Marco.” La replica di Travaglio è stata decisa: “No, è quello che penso e sono libero di esprimere la mia opinione”.
Severgnini e Travaglio, scintille sulla difesa europea
Il confronto si è poi spostato sulla questione della difesa europea. Severgnini ha cercato di chiarire che l’Europa non sta parlando di guerra, ma di difesa futura, mentre Travaglio ha citato Ursula von der Leyen, che aveva dichiarato la necessità di prepararsi alla guerra. “No, oggi Ursula von der Leyen ha detto che dobbiamo preparare la guerra. Io cito la von der Leyen”, ha replicato.
Severgnini ha risposto ribadendo il concetto: “Dobbiamo prepararci alla guerra per evitare la guerra, questo ha detto la von der Leyen. Prepara la guerra per pensare alla pace, si chiama difesa, non si chiama attacco.” Per poi aggiungere: “In questi negoziati non abbiamo nessuna garanzia e se ho capito bene, Marco tu neanche la vuoi chiedere a Putin, ma non è che lo rifà ancora da qualche altra parte?”
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La telefonata Trump-Putin, il commento di Lucio Caracciolo, Marco Travaglio e il botta e risposta con Beppe Severnini
Otto e Mezzo 18 marzo 2025 pic.twitter.com/WCHkl6klV2
La discussione ha visto una nuova divergenza quando Travaglio ha sottolineato che non spettava né a lui né all’Europa essere parte dei negoziati diretti. “No, io non sto negoziando. Non dipende da me, e non dipende nemmeno dall’Europa“, ha risposto con freddezza.
Le origini del conflitto e la soluzione
Il dibattito si è concluso con una riflessione di Severgnini: “Stiamo discutendo quant’è grande la ricompensa per Putin per aver invaso l’Ucraina, per aver fatto centomila morti o di più in Ucraina, averne fatti quattrocentomila, cinquecentomila tra i suoi, di questo stiamo parlando. Quanto grande è la ricompensa di Putin? Quanti territori si potrà tenere?”
Travaglio ha replicato con una visione più pragmatica: “Temo che Zelensky non possa porre condizioni, visto che la guerra l’ha persa. Lui stesso ha affermato di non essere in grado di recuperare i territori perduti. La parola di Zelensky purtroppo in questo momento vale poco più di quella dell’Europa che non vale proprio niente“.