
Per lungo tempo, Marco Steffenoni e Maria Teresa Nizzola avevano scelto di vivere isolati dal resto del mondo, ritirandosi nella loro villa situata tra Verona e Negrar, in una zona tranquilla circondata dalla natura. Questa vita solitaria, lontana da visite e contatti frequenti, è stata interrotta tragicamente quando un gruppo di ragazzi, esploratori urbani attratti dai luoghi abbandonati, si è introdotto nella proprietà e ha scoperto i corpi senza vita della coppia.
Il sostituto procuratore Maria Beatrice Zanotti ha incaricato un medico legale di effettuare l’autopsia, con l’obiettivo di chiarire le cause della morte dei due coniugi. Sebbene non siano ancora stati individuati indagati ufficiali, lo stato avanzato di decomposizione dei corpi fa supporre che la coppia sia deceduta tra ottobre e novembre, forse a causa dell’avvelenamento da monossido di carbonio prodotto dal camino acceso. Nessuno, da allora, era più entrato nella villa fino al ritrovamento dei ragazzi.
I corpi sono stati rinvenuti in due punti distinti della casa: Maria Teresa Nizzola era seduta su una poltrona di fronte al camino al piano terra, mentre Marco Steffenoni giaceva sul pavimento della camera da letto al primo piano. Le autorità stanno valutando la posizione dei ragazzi che, sebbene siano entrati senza permesso nella proprietà privata, hanno subito avvisato la questura, contribuendo a far emergere la vicenda.
Marco Steffenoni, ex dentista ormai in pensione, e la moglie Maria Teresa non avevano figli. La loro scelta di vivere in modo riservato era condivisa da entrambi, soprattutto dopo la chiusura dello studio odontoiatrico di lui. Pochi vicini li incrociavano, e il loro unico legame affettivo sembra fossero stati i cani, di cui però non è stata trovata traccia nella villa. La vicenda richiama alla memoria quella dell’attore Gene Hackman e della moglie, trovati morti nella loro casa in circostanze simili, segno della solitudine estrema che può avvolgere chi sceglie di isolarsi dal mondo.