
BRUXELLES – Matteo Salvini alza la voce contro il Rearm Ue, il piano di riarmo europeo che divide i governi dell’Unione. “Meloni ha il mandato per difendere l’interesse nazionale italiano. E non penso che quello di cui sta parlando qualcuno a Bruxelles corrisponda a questo interesse”, afferma il leader della Lega, in un attacco che sembra più una dichiarazione di posizionamento che una reale minaccia di rottura. Poco prima, Riccardo Molinari, capogruppo leghista alla Camera, aveva rafforzato la linea puntando il dito contro la Germania: “Si è fatta la sua modifica costituzionale fregandosene delle regole europee e del Rearm Ue. E l’Italia non approverà una risoluzione che dia a Meloni il mandato di approvare il Rearm Ue“.
Tuttavia, il problema potrebbe non porsi: la premier Giorgia Meloni, giunta nella capitale belga per il Consiglio europeo, ha già espresso il suo scetticismo sul progetto. Per il governo italiano, il nodo centrale resta il meccanismo di garanzia proposto dal ministro Giancarlo Giorgetti, che punta a coinvolgere capitali privati nella difesa senza gravare sul bilancio pubblico.
Salvini premiato da Orbán e lo slogan “Occupy Bruxelles“
La visita di Salvini a Bruxelles ha avuto anche un forte contenuto simbolico. Il vicepremier ha ricevuto dalle mani di Viktor Orbán il premio Hunyadi János, riconoscimento dedicato all’eroe ungherese che combatté contro gli ottomani. Ad applaudirlo c’era anche Marine Le Pen, mentre il leader ungherese lo ha paragonato a un combattente per la difesa dei confini nazionali: “Non difendi un Paese, difendi la civiltà“, ha detto Orbán.
Nel suo discorso, Salvini ha ribadito la sua visione per l’Europa. “La grande minaccia non sono i carri armati sovietici, ma i milioni di immigrati clandestini che l’Unione ha permesso di entrare nelle nostre case“. Poi, ha puntato su Washington come “grande speranza di libertà per i popoli europei”, dichiarando che Donald Trump rappresenta l’unica vera alternativa. “Trump ci salverà, non chi parla di riarmare l’Europa e di eserciti europei guidati da un Macron o una Kaja Kallas. Questi sono pericolosi, sono estremisti“. Da qui il messaggio ai sostenitori del fronte sovranista: “Occupy Bruxelles”.
Incontri riservati e il “santo” del sovranismo
Durante la giornata, Salvini ha avuto anche incontri politici con il presidente ungherese e con la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, affiancata dal suo delfino Jordan Bardella. I dossier discussi riguardano in particolare i rapporti tra Italia e Francia, con focus su Tav e valichi alpini. Inoltre, è stato ribadito il tema della “pace”, in contrasto con quella che Salvini definisce un’Ue scollegata dalla realtà e senza appoggio popolare.
Infine, il vicepremier ha lanciato una provocazione simbolica, suggerendo un santo patrono per la sua crociata sovranista: San Giuda Taddeo, l’apostolo noto per essere il protettore delle cause difficili. “A Bruxelles serve il suo influsso“, ha ironizzato Salvini, chiudendo con un’immagine dal sapore quasi mistico la sua giornata tra incontri politici e proclami di battaglia.