
Alla fine, i leader dei 27 Paesi membri dell’Unione Europea sono riusciti a concentrare in un solo giorno, il 20 marzo, le discussioni sui numerosi temi all’ordine del giorno del vertice. I principali argomenti trattati sono stati Ucraina, difesa e competitività, con l’industria militare europea al centro delle discussioni. L’idea è di rafforzare la difesa per garantire aiuti a Kiev nella sua lotta contro la Russia, ma anche per rilanciare l’economia europea.
I leader Ue hanno sollecitato un’accelerazione dei lavori per rafforzare la prontezza dell’Europa nel settore della difesa entro i prossimi cinque anni, e hanno chiesto che il Consiglio e i co-legislatori lavorino rapidamente sulle recenti proposte della Commissione. Inoltre, hanno evidenziato l’importanza di mobilitare investimenti privati nell’industria della difesa, invitando la Commissione a esplorare soluzioni come quelle adottate con InvestEu, su richiesta dell’Italia.
Il piano di riarmo, presentato nei giorni scorsi dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha suscitato alcune divisioni, soprattutto riguardo alle implicazioni sul debito pubblico. Alcuni Paesi, come Italia e Francia, sono contrari a utilizzare prestiti o misure che appesantirebbero il bilancio. Inoltre, l’idea di emettere debito comune, come gli eurobond, è fortemente contrastata da Paesi come Paesi Bassi, Austria e Germania. Il premier greco Mitsotakis ha suggerito che in futuro saranno necessarie sovvenzioni per gli Stati membri, e i Paesi più vicini alla Russia, come i baltici e la Polonia, vedono la questione della difesa come una priorità urgente.
Le discussioni sul debito comune torneranno al centro del dibattito a giugno, dopo il summit della Nato, quando saranno definiti nuovi obiettivi di spesa per i Paesi membri, fissando un target intorno al 3,5% del Pil.
Intanto, il Financial Times ha riportato che potenze militari europee come Regno Unito, Francia, Germania e Paesi nordici stanno lavorando su un piano per ridurre progressivamente l’onere finanziario e militare degli Stati Uniti in Europa, cercando di ottenere l’approvazione di Trump per un trasferimento di responsabilità che permetta agli Stati Uniti di concentrarsi maggiormente sull’Asia.
Non sono emerse sorprese durante il vertice, ma il premier ungherese Viktor Orbán ha ribadito la sua posizione isolata, rifiutandosi di partecipare alla dichiarazione che conferma il sostegno dell’Ue all’Ucraina e il percorso verso la pace. I leader europei hanno accolto positivamente la dichiarazione congiunta di Ucraina e Stati Uniti in Arabia Saudita, e hanno esortato la Russia a mostrare una vera volontà di porre fine al conflitto. Durante una videochiamata da Oslo, il presidente ucraino Zelensky ha sottolineato che, nonostante gli sforzi diplomatici in corso, la pressione sulla Russia deve rimanere alta per evitare inganni.