
Il Comune di Istanbul, roccaforte dell’opposizione turca, è diventato l’epicentro della protesta popolare che infiamma il Paese. Davanti al palazzo comunale, un imponente muro di agenti antisommossa ha tentato di contenere la marea umana che da giorni occupa le strade, ma la prima carica della polizia con lacrimogeni e idranti è stata respinta da una folla compatta, che si muove come un unico corpo.
Il leader del Partito Repubblicano del Popolo (Chp), Ozgur Ozel, ha acceso ulteriormente la piazza: «Siamo 300mila. I democratici rispettano la protesta, i dittatori la temono. Erdogan, se hai paura di questa piazza, allora sei un dittatore».
Erdogan al contrattacco: “Non cederemo al terrorismo di strada”
Poche ore prima, il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva lanciato un avvertimento diretto: «Non cederemo al terrorismo di strada. La via indicata dal leader del Chp è un vicolo cieco». Ma i divieti di manifestazione, le strade bloccate, gli elicotteri militari sul Bosforo e le volanti in assetto da guerra non sono bastati. Da Istanbul ad Ankara, da Izmir ad Adana, mezza Turchia è scesa in piazza in quella che i manifestanti hanno ribattezzato la “notte della democrazia”.
L’arresto di Imamoglu fa tremare il Paese
A scatenare la crisi istituzionale è stato l’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, il principale rivale politico di Erdogan, considerato il golden boy dell’opposizione. L’evento ha riaperto le ferite di Gezi Park e scatenato una mobilitazione nazionale, definita dal Chp come «un colpo di stato civico».
Ma il bersaglio non è solo Imamoglu. Ieri, un tribunale di Istanbul ha decretato la decadenza dell’intero ordine degli avvocati, azzerando presidente e consiglio. Anche loro hanno marciato in piazza, sfidando i cordoni di polizia.
Chp: “Vogliono commissariare il partito”
Il Chp ha convocato per il 6 aprile un congresso straordinario, temendo che il prossimo passo del governo sia l’annullamento dell’ultima convention, in cui Ozel è stato eletto presidente. Secondo alcuni funzionari del partito, il piano del governo sarebbe quello di imporre un commissario esterno, silenziando l’opposizione parlamentare. «È una battaglia per l’esistenza stessa della democrazia», affermano.
La prima resa dei conti: stasera la decisione su Imamoglu
Dopo un interrogatorio di quattro ore, Imamoglu comparirà oggi davanti al giudice, che dovrà decidere se prolungare la detenzione, convalidare l’arresto o rilasciarlo. Domani, il Chp confermerà le primarie per candidare ufficialmente Imamoglu alle presidenziali, salvo interferenze delle forze di sicurezza.
Effetto sui mercati: crolla la Borsa di Istanbul
Il clima di instabilità politica ha fatto tremare anche l’economia. La Borsa di Istanbul ha perso il 16,5% in una settimana, il crollo più grave dal 2008. La tensione interna e le prospettive autoritarie della Turchia rischiano ora di avere ripercussioni internazionali.
La crisi è solo all’inizio. Ma da Istanbul a tutto il Paese, si alza il grido delle piazze: “questa è una battaglia per la democrazia”.