
Giorgia Meloni ha sciolto ogni dubbio: giovedì prossimo, 27 marzo, parteciperà al vertice dei “volenterosi” convocato dal presidente francese Emmanuel Macron a Parigi. Dopo una iniziale cautela espressa dal suo entourage – «Aspettiamo l’invito ufficiale, vediamo» – la presidente del Consiglio ha confermato la sua presenza, motivata anche dalla partecipazione di Volodymyr Zelensky. Tuttavia, Meloni intende chiarire la posizione italiana: nessun sostegno al progetto di un esercito europeo di peace-keeping, giudicato «complesso e poco efficace».
Macron e la proposta per un esercito europeo
Il vertice di Parigi, secondo quanto annunciato da Macron, sarà l’occasione per «definire le garanzie di sicurezza che gli eserciti europei potranno fornire» e per sostenere l’esercito ucraino. Nonostante l’Italia abbia preso parte agli incontri preliminari in qualità di osservatore, Meloni ribadisce la preferenza per una forza sotto l’egida dell’ONU o della NATO. Partecipare, quindi, ma con riserve, per evitare di lasciare un segnale di rottura con i partner europei.
Il fastidio per l’attivismo di Salvini
Tra gli impegni europei e una tappa al Cosmoprof di Bologna, Meloni deve gestire anche le tensioni interne alla maggioranza. Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, ha avuto un colloquio con il vicepresidente statunitense J.D. Vance, discutendo di pace in Ucraina e tecnologie satellitari come Starlink di Elon Musk. Salvini ha inoltre anticipato la volontà di una missione negli Stati Uniti, irritando Palazzo Chigi, impegnato a organizzare un incontro tra Meloni e Donald Trump alla Casa Bianca.
Diplomazia parallela e tensioni interne
Le iniziative autonome di Salvini, spesso viste come una sorta di “diplomazia parallela”, creano malumori. L’entusiasmo mostrato da figure vicine a Musk, come Andrea Stroppa, e lo stesso apprezzamento di Vance per l’Italia rafforzano l’immagine internazionale del leader leghista. Tuttavia, queste mosse rischiano di mettere in ombra il ruolo di Meloni, in un momento cruciale per l’equilibrio del governo e i rapporti con gli alleati esteri.
Conclusione: tra divergenze europee e competizioni interne, il prossimo vertice di Parigi rappresenterà una sfida per il posizionamento dell’Italia nel contesto internazionale e per la coesione della coalizione di governo.