KHAN YOUNIS – Un nuovo attacco aereo israeliano ha colpito duramente la leadership di Hamas nella notte tra sabato e domenica. A perdere la vita è stato Salah al-Bardawil, figura di spicco del gruppo islamista e membro del suo ufficio politico. Secondo quanto riportato dai media palestinesi e filo-Hamas, nell’attacco sono rimasti uccisi anche la moglie e altri civili.
Il raid si è abbattuto su Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, epicentro nelle ultime settimane delle operazioni militari israeliane. L’offensiva segna un nuovo livello di escalation dopo che Israele ha interrotto il cessate il fuoco il 19 gennaio, ponendo fine a quasi due mesi di relativa calma.
L’esercito israeliano ha intensificato i bombardamenti sulla Striscia a partire da martedì scorso. In quella giornata, gli attacchi avevano già provocato la morte di oltre 400 persone, secondo fonti sanitarie locali, più della metà donne e bambini. Tra le vittime anche Essam Addalees, capo del governo de facto di Hamas, e Mahmoud Abu Watfa, responsabile della sicurezza interna.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che l’operazione punta a distruggere Hamas come entità militare e politica, e a fare pressione per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora detenuti. “I negoziati – ha affermato Netanyahu – continueranno solo sotto il fuoco”.
Nel frattempo, si alza la tensione anche sul fronte nord: razzi lanciati dal Libano hanno colpito il territorio israeliano e Tel Aviv ha risposto con nuovi raid. Si teme una possibile estensione del conflitto e, secondo fonti militari, “si rischia una nuova guerra” anche lungo il confine con Hezbollah.
La situazione sul terreno resta drammaticamente fluida, mentre le speranze per una tregua stabile sembrano sempre più lontane.