
Non si placa la tensione tra Forza Italia e Lega, con Antonio Tajani che alza il livello dello scontro e liquida le recenti critiche dell’alleato con un’accusa netta: “Un partito quaquaraquà parla e dice senza studiare e riflettere”. Parole pronunciate ieri a Milano, chiudendo un convegno sull’Europa dei giovani azzurri, che sembrano mirate a chi, nella Lega, insiste nel mettere in discussione il ruolo e la forza politica dei forzisti.
Il riferimento, mai esplicito ma chiarissimo, è alle parole di Claudio Durigon, che nei giorni scorsi aveva descritto Tajani come un alleato in difficoltà, bisognoso di un aiuto. La risposta del ministro degli Esteri è arrivata prima in versi – “non ti curar di loro, guarda e passa” – poi con toni più duri: “Ci attaccano aspramente perché forse pensavano di poter venire a saccheggiare i nostri pascoli, ma l’abigeato è anche un reato politico”.
Uno scontro sempre più aperto tra i due alleati di governo, mentre Giorgia Meloni osserva da Palazzo Chigi con crescente irritazione. Intanto Matteo Salvini, tra telefonate internazionali e avvicinamenti a Elon Musk, continua nel suo attivismo. Tajani, invece, rivendica un altro stile: “Noi preferiamo lavorare e non strillare, perché chi strilla conta e comanda poco”.