
Papa Francesco ha lasciato l’ospedale domenica 23 marzo dopo 38 giorni di ricovero. Affacciatosi per un breve saluto dal balconcino della sua stanza, è poi salito sulla Fiat 500L bianca, con le cannule per l’ossigenazione ancora applicate. Scortato verso il Vaticano, ha sorpreso tutti con una richiesta inaspettata: «Portatemi a Santa Maria Maggiore». Parole che hanno spiazzato i collaboratori, poiché quella è la chiesa dove un giorno sarà sepolto. Non ancora, però.
Il Pontefice ha voluto portare un mazzo di fiori gialli all’icona della Salus Populi Romani, dono di un’anziana fedele vista poco prima durante l’Angelus. Giunto alla basilica, l’auto si è fermata all’ingresso laterale, e il cardinale Makrickas ha deposto l’omaggio floreale. Poi il rientro in Vaticano, dove inizierà una lunga convalescenza.
«In questo lungo ricovero, ho sperimentato la pazienza del Signore», ha dichiarato Francesco. La sua ripresa durerà almeno due mesi, durante i quali dovrà evitare incontri e ridurre al minimo i contatti. Saranno necessari mascherine e distanze di sicurezza per chi gli si avvicina.
Resta incerta la sua partecipazione agli eventi imminenti, come la Pasqua e la visita dei reali d’Inghilterra. Ogni decisione verrà presa in base ai progressi della sua salute.
Nel giorno della dimissione, il Papa non ha smesso di pensare alle crisi globali. «Mi ha addolorato la ripresa di pesanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza», ha affermato, invocando la fine delle ostilità. Ha espresso sollievo per l’accordo di pace tra Armenia e Azerbaigian e ha rivolto un appello per Ucraina, Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan e Congo. Infine, un pensiero ai fedeli: «Vi ringrazio per le vostre preghiere, anch’io prego per voi».