
Una sentenza che ha colpito duramente gli imputati e i loro legali, quella emessa ieri dal Tribunale di Modena, che ha condannato Alberto Marchetti, camionista di 66 anni di Medolla, e Monica Lorenzatti, 52 anni di Villarbasse (Torino), per il tragico incidente avvenuto il 27 ottobre 2017 sull’A22, tra Trento e Verona. La condanna per omicidio stradale, con pena sospesa, ha previsto due anni di reclusione per i due coinvolti nel tamponamento che ha spezzato la vita di tre persone: la figlia di Monica, Gioia Virginia Casciani, di 9 anni, e la nipote Ginevra Barra Bajetto, di 17 anni, entrambe promesse del pattinaggio artistico.
Nel terribile schianto, avvenuto all’altezza di Mattarello, nel sud di Trento, solo Monica Lorenzatti era riuscita a sopravvivere nonostante le gravi ferite. A distanza di venti mesi dal drammatico incidente, anche la sorella gemella di Monica, Graziella, madre di Ginevra, ha perso la vita, aggiungendo dolore e sconforto alla già devastante tragedia.
La sentenza e la reazione dei legali
Il giudice Massimo Rigon ha anche disposto la sospensione della patente per sei mesi per Lorenzatti e ha imposto il pagamento delle spese legali a carico degli imputati. Non mancano i risarcimenti per le parti civili, già parzialmente risarcite con un importo di 1.435.000 euro. Il giudice ha inoltre stabilito altri risarcimenti per un ammontare complessivo di 325.000 euro, con 250.000 euro a favore dell’imputata e 15.000 euro per ciascuno dei cugini e degli zii delle vittime.
Gli avvocati difensori hanno espresso grande sorpresa per la sentenza. «Siamo perplessi», ha dichiarato l’avvocato Claudio Tasin, difensore di Monica Lorenzatti. La difesa, infatti, aveva puntato a ottenere l’assoluzione, ritenendo l’incidente un evento imprevedibile e inevitabile. Anche l’avvocato Giulio Garuti, che difende il camionista Marchetti, ha parlato di una «sentenza severa», pur riconoscendo che la riqualificazione della condanna non comporta particolari problematiche.
La reazione della Procura
Soddisfazione è stata espressa dalla Procura, che, dopo una lunga battaglia legale, ha visto accolta la sua richiesta di condanna. «La nostra posizione è sempre stata chiara», ha dichiarato il procuratore, «e grazie al lavoro dei consulenti tecnici siamo riusciti a ribaltare le conclusioni della perizia iniziale, giungendo alla condanna per il camionista, quando inizialmente si era optato per l’archiviazione». La Procura ha sottolineato anche la responsabilità di Marchetti, che, secondo la consulenza tecnica, avrebbe avuto problemi con gli stop del camion e con il sistema di frenata.
Le vittime e la loro storia
L’incidente che ha sconvolto due famiglie è stato figlio di circostanze drammatiche. Graziella Lorenzatti e la figlia Ginevra non dovevano essere sull’A22 quel giorno. Erano partite per accompagnare la giovane Gioia a una gara di pattinaggio in Alto Adige. Un tragico destino ha interrotto la loro vita in un attimo, mentre il camionista e Monica Lorenzatti si trovavano al centro di una tragedia che ha segnato in modo indelebile le loro esistenze.
Alberto Marchetti, ormai in pensione, ha vissuto il dramma con grande sofferenza, tanto da non partecipare mai alle udienze per il dolore che provava. Gli avvocati difensori lo descrivono come «molto segnato dalla disgrazia», con il pensiero delle due giovani vittime che lo tormenta ogni notte.
Le famiglie delle vittime, pur soddisfatte della condanna, continuano a fare i conti con un dolore che rimane immenso. Nonostante il risarcimento e la giustizia parziale, per loro la tragedia è ben lontana dall’essere superata.