
La Corte d’Assise di Roma ha condannato all’ergastolo Raul Esteban Calderon, cittadino argentino accusato dell’omicidio di Fabrizio ‘Diabolik’ Piscitelli, lo storico capo ultras della Lazio ucciso con un colpo di pistola alla testa il 7 agosto 2019, nel parco degli Acquedotti, a Roma.
Secondo i giudici, Calderon è il responsabile materiale dell’agguato, pianificato e portato a termine con modalità esecutive tipiche dei delitti su commissione, ma senza finalità di stampo mafioso: la Corte non ha infatti riconosciuto l’aggravante prevista dall’articolo 416 bis.1 del codice penale, pur nel contesto criminale in cui l’omicidio è maturato.
La sentenza arriva al termine di un processo complesso, che ha ricostruito mesi di preparazione dell’esecuzione, le connessioni internazionali del killer e il contesto delinquenziale romano in cui si muoveva la vittima. Piscitelli, noto con il soprannome di “Diabolik”, era considerato una figura chiave nei rapporti tra tifo organizzato e criminalità, ed era sotto osservazione per possibili legami con il narcotraffico.
Il pubblico ministero aveva chiesto l’ergastolo con l’aggravante mafiosa, sottolineando come il delitto avesse avuto il duplice scopo di eliminare una figura scomoda e lanciare un messaggio intimidatorio nel sottobosco criminale romano. Tuttavia, i giudici non hanno ravvisato prove sufficienti a configurare l’intento di intimidazione sistemica proprio delle organizzazioni mafiose.
Il collegio difensivo ha annunciato il ricorso in Appello, mentre le motivazioni della sentenza saranno depositate nelle prossime settimane.