
Stanno facendo il giro del mondo le iniziative, che partono dai social e poi si diffondono nella realtà, le proteste delle persone contro il caro prezzi che invitano al boicottaggio dei supermercati. Ne sanno qualcosa, in particolar modo, in Svezia, dove, da lunedì 24 marzo, è iniziata una feroce protesta che punta a disertare i supermercati per tutta la settimana. Come racconta il quotidiano britannico Guardian, la questione è diventata un tema nazionale e politico. Secondo le stime dell’agenzia governativa Statistics Sweden, il costo annuale per la spesa di una famiglia nel Paese – da gennaio 2022 – è salito fino a 30 mila corone, pari a circa 2.763 euro. Come racconta il Corriere, le previsioni prendono come riferimento il pacco del caffè in polvere, che potrebbe presto raggiungere la soglia simbolica delle 100 corone (9,21 euro).
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Spiega ancora il Corriere che alla base del boicottaggio dei supermercati da parte dei consumatori vi è la convinzione che l’aumento dei prezzi non sia dovuto solamente agli andamenti dei mercati, ma anche a una sorta di oligopolio del settore che portano maggiori ricavi alle grandi catene di supermercati e alla grande produzione e distribuzione, come Ica, Coop, Lidl e Willys, a scapito del cliente finale. Dalla Svezia la protesta si è ora diffusa in Bulgaria – dove a seguire è stato riscontrato un calo del fatturato del 30% -, in Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro e Serbia. Guardando ai dati della Svezia, a salire più di ogni altra cosa è il cioccolato (+24,9%), ma anche i grassi da cucina (ovvero le diverse tipologie di burro e olio), saliti del 7,2%, i formaggi del 6,4%, mentre latte e pasta del 5,4%. Chi aderisce alla protesta ora chiede alla politica un intervento significativo per sventare il continuo aumento dei prezzi. Ora anche l’Italia si prepara ad accogliere la protesta.