
Si chiamava Stefano Lanciani, 59 anni, la vittima del drammatico omicidio avvenuto ieri, 25 marzo, a L’Aquila. Professore all’Istituto Amedeo d’Aosta, era atteso dai suoi studenti per il laboratorio di elettronica, ma non è mai arrivato. Poco prima, sarebbe stato colpito con un martello dal fratello Davide Lanciani, 55 anni, che lo avrebbe poi investito con l’auto per ben quattro volte. L’uomo è stato arrestato in flagranza di reato. Ogni tentativo dei medici di salvare la vittima è stato vano: Stefano è deceduto poco dopo il ricovero. Lascia la moglie, anche lei insegnante, e un figlio.
Per anni Stefano aveva insegnato a Chieti, prima di trasferirsi a L’Aquila per stare più vicino alla famiglia. Prima di entrare nel mondo dell’insegnamento, aveva lavorato in azienda. Ora in tanti lo ricordano con affetto. Ex colleghi e studenti sottolineano la sua grande umanità: “Dolcissimo con i ragazzi e premuroso”, “Un uomo solare e sempre disponibile”, “Un amico per sempre”.
Gli istituti scolastici in cui ha lavorato hanno espresso il loro cordoglio con messaggi sui social: “L’intera comunità dell’IIS Da Vinci Colecchi partecipa al profondo dolore”, mentre l’Istituto Amedeo d’Aosta ha scritto: “Attonita, la comunità scolastica piange la sua scomparsa e si stringe alla famiglia in un abbraccio commosso”.
Secondo le prime ricostruzioni, il delitto sarebbe scaturito da una lite per un’eredità. Dopo un primo incidente con le auto, Davide avrebbe colpito il fratello con un martello e poi lo avrebbe investito più volte. A bloccarlo sono stati due marescialli della Guardia di Finanza fuori servizio. Nonostante l’arrivo dei sanitari, per Stefano non c’è stato nulla da fare.