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Gaza, guerra senza fine: Israele prepara l’occupazione, proteste contro Hamas

Pubblicato: 26/03/2025 10:54

Le bombe hanno ripreso a cadere su Gaza. Trentasette morti in un solo giorno, più di 800 da quando il conflitto è riesploso. I cieli della Striscia si tingono di fumo, il suono dei droni rimbomba tra le macerie di una città che non ha mai avuto tregua. Il governo israeliano di Netanyahu ha come unico obiettivo la sconfitta totale di Hamas.

Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha firmato i piani per una nuova offensiva e il messaggio è chiaro: se Hamas non libera gli ostaggi, pagherà un prezzo sempre più alto. Ma c’è di più. Secondo il Financial Times, Israele sta valutando l’opzione che fino a pochi mesi fa sembrava impensabile: rioccupare Gaza.

Un ritorno vent’anni dopo il ritiro del 2005, favorito dal cambiamento dello scenario internazionale. “La precedente amministrazione americana voleva che ponessimo fine alla guerra, Trump invece vuole che la vinciamo”, ha confidato un funzionario israeliano al quotidiano britannico.

Il piano di rioccupazione: 40mila soldati e lo spostamento della popolazione

Se attuato, il piano prevederebbe la creazione di un’area costiera per i civili palestinesi ad al-Mawasi, una stretta striscia di terra sul Mediterraneo, mentre circa 40mila soldati israeliani garantirebbero la sicurezza sul resto del territorio. Un’operazione di questa portata cambierebbe radicalmente l’equilibrio di potere in Medio Oriente, con conseguenze imprevedibili per la stabilità della regione.

A Gaza esplode la rabbia: proteste contro Hamas

Ma tra le macerie di Gaza si sta verificando qualcosa di inedito. Per la prima volta, centinaia di palestinesi sono scesi in piazza a Beit Lahia e nel campo di Jabalia per gridare contro Hamas. “Il popolo di Gaza non vuole la guerra”, urlano nei cortei. Alcuni chiedono apertamente la fine del dominio dell’organizzazione islamista. Scandiscono slogan contro i media arabi come Al Jazeera, accusati di ignorare il dissenso interno.

Hamas, però, non tollera opposizione. Le manifestazioni sono state disperse con la forza, ma i video circolati sui social e trasmessi da Al Arabiya testimoniano che una parte della popolazione, stremata da mesi di guerra, vuole un cambio di rotta. L’Autorità Nazionale Palestinese di Abbas ha colto la palla al balzo: “Le proteste sono un segnale chiaro. Hamas deve ascoltare il popolo e lasciare il potere”, ha dichiarato un portavoce dell’Anp.

Gli ostaggi israeliani e la deriva estremista del governo

Mentre Gaza brucia, in Israele cresce la frustrazione per la sorte degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Il presidente Isaac Herzog ha lanciato un’accusa pesante: “Come è possibile che la questione degli ostaggi non sia più in cima all’agenda internazionale?”. Ma il governo di Netanyahu sembra ormai proiettato su un’altra linea: la vittoria militare.

La politica interna riflette questa svolta radicale. Il ritorno al governo dell’estremista Itamar Ben Gvir ha spostato l’esecutivo ancora più a destra. Il ministro della Difesa Katz ha attaccato il capo di stato maggiore dell’esercito, Eyal Zamir, colpevole di non accettare ordini attraverso la stampa. “Do ordini come voglio”, ha risposto Katz, alimentando ulteriormente le tensioni istituzionali.

Nel frattempo, fuori dalla Knesset, il Parlamento israeliano, la rabbia contro il governo non si placa. Mentre veniva approvato il bilancio statale con 66 voti a favore e 52 contrari, nove manifestanti sono stati arrestati negli scontri con la polizia. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha definito il budget “un bilancio di guerra e, se Dio vuole, anche un bilancio di vittoria”.

Uno scenario senza uscita?

Israele si prepara a una nuova fase della guerra, mentre a Gaza una popolazione esausta si divide tra la paura e la protesta. L’occupazione della Striscia, se davvero verrà attuata, potrebbe segnare l’inizio di un conflitto ancora più lungo e imprevedibile. La guerra sembra destinata a continuare, ma la battaglia per il futuro di Gaza si sta combattendo anche nelle strade, tra chi ancora resiste al terrore e chi sogna un domani diverso.

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