È ripreso questa mattina, mercoledì 26 marzo, a Rimini, l’incidente probatorio nell’ambito dell’indagine sull’omicidio di Pierina Paganelli. Davanti al gip Vinicio Cantarini, è stata nuovamente ascoltata Manuela Bianchi, nuora della vittima, nell’ambito del procedimento che vede indagato Louis Dassilva, 35enne con cui la donna aveva avuto una relazione.
Le dichiarazioni di Manuela Bianchi
Durante l’udienza, Bianchi ha confermato la versione fornita il 4 marzo, quando la Procura le contestò il reato di favoreggiamento personale nei confronti di Dassilva. La donna ha riferito che sarebbe stato proprio lui a parlarle di alcuni cocci di vetro presenti accanto alla vittima. Inoltre, Dassilva le avrebbe suggerito di chiamare un ragazzo del loro condominio e di abbracciarlo. Il giudice sta valutando la richiesta di scarcerazione presentata dalla difesa dell’indagato.
Il voodoo contro gli inquirenti
Dalle indagini è emerso che Dassilva avrebbe chiesto a connazionali in Senegal di eseguire riti voodoo, fornendo i nomi di sei poliziotti della squadra mobile di Rimini e del pm Daniele Paci. Un messaggio, inserito nel fascicolo dell’inchiesta, risalirebbe al 2023 e conterrebbe precise istruzioni per il rituale, che prevederebbe anche il sacrificio di animali.
“Credo nel voodoo”
Interrogato in carcere il 17 marzo, Dassilva ha ammesso di credere nel voodoo e di aver ricevuto polveri di purificazione dal Senegal. “I riti servono per diversi scopi: purificarsi, mandare un maleficio o attrarre fortuna”, avrebbe dichiarato. Le indagini proseguono per far luce sul coinvolgimento dell’indagato nell’omicidio e sui presunti rituali richiesti agli sciamani africani.
