
L’udienza preliminare del procedimento penale che vede coinvolta la ministra del Turismo Daniela Santanchè è stata rinviata al 20 maggio. La decisione è stata presa dalla giudice dell’udienza preliminare, Tiziana Gueli, dopo che il nuovo legale della difesa, Salvatore Pino, ha chiesto un “termine a difesa” per avere il tempo di studiare gli atti, dato che è stato recentemente nominato. Anche l’altro avvocato della ministra, Nicolò Pelanda, ha chiesto il rinvio a causa di un legittimo impedimento, essendo impegnato in un altro processo in Corte d’Appello. Il rinvio, dunque, segna l’avanzamento di una fase ancora complessa del caso, che potrebbe protrarsi oltre la data fissata per il nuovo rinvio.
Santanchè è accusata di aver percepito indebitamente ventimila ore di cassa integrazione per 13 dipendenti della sua società, Visibilia, che, pur risultando in cassa integrazione, avrebbero continuato a lavorare regolarmente durante l’emergenza Covid. L’accusa è quella di aver sfruttato un meccanismo per ottenere fondi pubblici in modo illecito. In Parlamento, durante la discussione della mozione di sfiducia a suo carico (poi respinta), la ministra aveva dichiarato di essere pronta ad aprire una riflessione sulle sue dimissioni nel caso in cui arrivasse un nuovo rinvio a giudizio, dopo quello precedente per false comunicazioni sociali.
Il rinvio dell’udienza ha scatenato nuove polemiche politiche. Fratelli d’Italia, il partito della ministra, attraverso il capogruppo Galeazzo Bignami, ha ribadito la necessità di un passo indietro nel caso Santanchè venga nuovamente imputata, ma la ministra non ha ancora preso una decisione definitiva. Questo cambiamento improvviso di legale è stato interpretato da molti come una strategia per guadagnare tempo, in attesa di una risoluzione del caso. Nonostante il rinvio, la decisione sul rinvio a giudizio non sarebbe arrivata durante questa udienza, poiché siamo ancora nella fase delle questioni preliminari. I difensori potrebbero sollevare altre obiezioni o chiedere l’esame degli imputati, e la parola passerà prima ai pm, che ribadiranno la richiesta di processo, e poi alle difese.
La giudice Gueli, che si appresta a trasferirsi a un altro incarico in tribunale, è stata prorogata fino al 31 marzo per completare il suo lavoro. Tuttavia, anche un eventuale cambio di giudice in questa fase non rallenterebbe significativamente i tempi, dato che gli atti da ripetere sarebbero solo quelli relativi all’udienza preliminare. Il caso continuerà a far parlare di sé nelle prossime settimane, mentre la politica e la giustizia si intrecciano ancora una volta in questa delicata vicenda.