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Fantozzi compie 50 anni: dalle origini in tv al mito del cinema

Pubblicato: 27/03/2025 11:06
Fantozzi compie 50 anni

Cinquant’anni fa, il 27 marzo 1975, usciva nelle sale italiane il film Fantozzi, diretto da Luciano Salce e tratto dall’omonimo libro di Paolo Villaggio. Un film destinato a entrare nella storia del cinema e della cultura popolare, dando vita a un personaggio che sarebbe diventato una vera e propria categoria dello spirito: il ragioniere Ugo Fantozzi.
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Un personaggio nato prima del cinema

Determinare con precisione la nascita di Fantozzi è impossibile. Il personaggio, infatti, ha avuto molte origini prima di approdare sul grande schermo. Dal punto di vista editoriale, è nato nel 1971, quando Rizzoli pubblicò il primo libro scritto da Villaggio. Ma il suo debutto televisivo risale al 1968, nel programma Quelli della domenica, dove l’attore genovese narrava le disavventure di un impiegato sfortunato, affiancato da personaggi iconici come Giandomenico Fracchia e Filini. Ancora prima, lo stesso Villaggio raccontava quelle storie in teatro, portandole in scena nei cabaret di Roma e Genova.

Curiosamente, la vera origine di Fantozzi potrebbe essere legata al mondo reale: Villaggio lavorò per un periodo all’Italimpianti di Genova, dove un suo collega portava proprio quel cognome destinato a diventare immortale.

Il successo del libro e il linguaggio fantozziano

Quando Villaggio trasformò i suoi racconti in un libro, il successo fu immediato. Fantozzi (1971) vendette centinaia di migliaia di copie, grazie a una comicità innovativa, basata su una prosa surreale e iperbolica. Il linguaggio fantozziano divenne un marchio di fabbrica: da espressioni come “megadirettore galattico”, alla deformazione dei verbi (“vadi”, “venghi”, “facci”), fino alla celebre “Corazzata Potëmkin”, trasformata in simbolo dell’oppressione culturale con la frase cult “è una cagata pazzesca!”.

Il film e l’interpretazione di Villaggio

Quando si decise di portare Fantozzi al cinema, inizialmente Villaggio non voleva interpretarlo: il personaggio era troppo lontano da lui. Si pensò a Ugo Tognazzi o Renato Pozzetto, ma alla fine l’attore genovese accettò il ruolo. Fondamentale fu la scelta di mantenere la voce fuori campo, letta dallo stesso Villaggio, che aggiungeva uno straniamento quasi brechtiano alla narrazione.

Il film fu un successo travolgente e segnò l’inizio di una lunga saga cinematografica. Il seguito, Il secondo tragico Fantozzi (1976), fu ancora più apprezzato, grazie a scene memorabili come la parodia della Corazzata Potëmkin.

Fantozzi e Fracchia: le differenze tra due miti

Villaggio creò anche un altro personaggio iconico: Giandomenico Fracchia. Ma qual era la differenza tra i due? “Fantozzi è un uomo, Fracchia è un cartone animato”, spiegava l’attore. Fantozzi è tutti noi, un impiegato sottomesso che vive situazioni assurde ma credibili. Fracchia, invece, è privo di dimensione umana, un personaggio grottesco schiacciato dal sistema senza alcuna via d’uscita.

A cinquant’anni dall’uscita del primo film, Fantozzi resta un capolavoro di satira sociale, capace di raccontare con ironia e amarezza la condizione del lavoratore medio italiano. Un’eredità che continua a vivere attraverso frasi, espressioni e situazioni che ancora oggi fanno parte del nostro linguaggio quotidiano.

Giovedì 27 marzo, nel giorno in cui Fantozzi debuttava al cinema cinquant’anni fa, Rai 5 trasmette alle 23.00 il documentario Fantozzi va a teatro, un approfondimento sulla nuova interpretazione teatrale della celebre maschera comica, firmata da Davide Livermore con lo spettacolo Fantozzi, una tragedia.

La rinascita teatrale di Fantozzi

Lo spettacolo, messo in scena per la prima volta nel 2024 al Teatro Stabile di Genova, città natale di Paolo Villaggio, è interpretato da Gianni Fantoni, attore che ha iniziato la sua carriera proprio imitando Villaggio. Fantoni, da quasi dieci anni, inseguiva il sogno di portare sul palco il personaggio tratto dai primi tre libri della saga e per questo aveva acquistato i diritti delle opere originali.

Un viaggio tra immagini e testimonianze

Il documentario si sviluppa attraverso estratti dello spettacolo, interviste agli attori, al regista Livermore, a uno degli sceneggiatori, a Elisabetta Villaggio e al compositore Fabio Frizzi, autore della colonna sonora originale del film, riproposta in teatro insieme a una ricca selezione di contributi sonori.

Non mancano le testimonianze di ospiti speciali presenti alla prima, come Sergio Cofferati, che nella sua carriera ha incontrato tanti “Fantozzi” reali, ed Enzo Paci, interprete di Paolo Villaggio nella fiction Rai.

Un Fantozzi tra ironia e dramma

Attraverso questa nuova lettura, il documentario esplora non solo la genialità linguistica dei testi fantozziani, ma anche il lato più profondo e tragico del personaggio, che dietro la maschera comica cela una riflessione sulla sofferenza del vivere. Il programma è scritto da Valeria Parisi e prodotto da 3d Produzioni Srl.

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