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I medici che hanno svolto l’autopsia: “Per Maradona 12 ore di agonia prima di morire”

Pubblicato: 27/03/2025 23:30

Diego Maradona avrebbe sofferto una lunga agonia prima di morire. A rivelarlo è stato uno dei forensi coinvolti nell’autopsia, durante la sua testimonianza nel processo in corso a Buenos Aires, che sta cercando di accertare eventuali responsabilità sulla morte della leggenda del calcio argentino.

Il medico legale della polizia scientifica, Carlos Mauricio Cassinelli, uno dei cinque periti che hanno firmato il referto dell’autopsia, ha dichiarato che nel cuore di Maradona è stato trovato un coagulo di sangue di colore rossiccio, tipico di una agonia prolungata. Secondo il perito, tale coagulo può formarsi solo dopo un periodo di sofferenza che potrebbe durare fino a 12 ore, durante le quali il campione non avrebbe ricevuto alcuna assistenza medica adeguata.

L’autopsia ha confermato che Maradona è deceduto il 25 novembre 2020 a causa di un edema polmonare acuto, provocato da insufficienza cardiaca congestizia acuta e cardiomiopatia dilatativa. Tuttavia, i periti sostengono che tale condizione si sia sviluppata e aggravata nel corso di almeno 10 giorni, e non in tempi più brevi come in genere avviene in casi simili.

Queste dichiarazioni sembrano rafforzare le accuse del pubblico ministero e della parte civile, che sostengono che lo staff medico che si occupava delle cure di Maradona lo abbia abbandonato, permettendo che la sua condizione si aggravasse senza intervenire tempestivamente. Il processo vede tra gli imputati per omicidio semplice con dolo eventuale, oltre al neurochirurgo Leopoldo Luque, anche altre sei persone che erano responsabili della sua assistenza medica dopo un intervento chirurgico per un ematoma alla testa.

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