
L’omicidio di Pierina Paganelli, avvenuto il 3 ottobre 2023 a Rimini, continua a destare scalpore per i suoi sviluppi inaspettati. Gli ultimi aggiornamenti vedono protagonista Louis Dassilva, unico indagato, e alcune presunte pratiche di magia oscura, che gettano un’ombra ancora più inquietante sulla già complessa vicenda. Poco dopo il delitto, Dassilva avrebbe fatto ricorso ad alcuni riti voodoo contro gli inquirenti che si occupano del caso.
Louis Dassilva indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli
Louis Dassilva, 34 anni, viveva nello stesso condominio della vittima e aveva una relazione extraconiugale con Manuela Bianchi, nuora della Paganelli. Secondo gli inquirenti, la tensione tra Louis e la vittima sarebbe arrivata al culmine quando Pierina scoprì questa relazione segreta. L’ipotesi è che tale scoperta potrebbe aver innescato la sequenza di eventi che ha portato al brutale omicidio. Dassilva è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato, ma la mancanza del suo DNA sulla scena del crimine continua a far sollevare dubbi sulla sua colpevolezza. Nelle ultime ore, sono emersi nuovi dettagli su presunti legami di Dassilva con pratiche voodoo.
Nonostante questi elementi non siano al momento come rilevanti al fine dell’indagine, contribuiscono comunque ad alimentare il mistero della vicenda. In particolare, Dassilva avrebbe contattato connazionali in Senegal per eseguire rituali voodoo contro gli investigatori coinvolti nel caso, inclusi sei agenti di polizia e un procuratore.
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Omicidio Paganelli, Dassilva e i riti voodoo contro polizia e magistrati
Secondo informazioni riportate su Il Resto del Carlino, tra gli atti dell’indagine sull’omicidio di Pierina Paganelli vi sarebbe un messaggio risalente al 2023, datato poco dopo il delitto. Questo messaggio, inviato in Senegal, conterrebbe i nomi degli inquirenti impegnati nel caso e farebbe riferimento alla richiesta di un rito voodoo nei loro confronti. L’indagato aveva parlato di alcune bottiglie di vino e alcune polverine spedite dal Senegal “per purificazione”, che si mettono nelle bottiglie per alcuni riti voodoo. “La bottiglia che avevo lasciato davanti al garage era vuota. I riti voodoo esistono per diversi scopi per purificarsi dal maleficio, per mandare un maleficio o affinché ti vada bene qualcosa. Valgono indipendentemente che uno ci creda o no”, avrebbe spiegato Dassilva al gip. I presunti intrecci con il voodoo aggiungono una dimensione inquietante ad una storia già di per sé piena di ombre. Resta da vedere come queste tenebrose pratiche magiche influiranno sulle sorti del processo e se getteranno una nuova luce sul delitto.