
L’Italia ha presentato il conto a Meta, X e LinkedIn, chiedendo oltre un miliardo di euro per l’IVA non pagata sugli anni 2015-2016. Una mossa che non solo potrebbe innescare un effetto domino in Europa, ma che soprattutto rappresenta una sfida diretta al pensiero economico di Donald Trump, convinto da sempre che l’IVA sia un’arma sleale contro le imprese americane.
L’Italia chiede l’IVA sulle iscrizioni ai social
La strategia fiscale italiana si basa su un’interpretazione innovativa: l’iscrizione ai social viene considerata una transazione economica, perché implica uno scambio tra l’utente e la piattaforma. L’idea è che fornire i propri dati personali per accedere a Facebook, X o LinkedIn equivalga a pagare un prezzo, e quindi debba essere soggetto a IVA.
Meta ha in parte confermato questa tesi quando ha introdotto la possibilità di pagare per non ricevere pubblicità, ammettendo implicitamente che il modello gratuito si basa proprio sulla monetizzazione dei dati. Se questa linea interpretativa si diffondesse in tutta l’Unione Europea, le multinazionali americane potrebbero trovarsi a sborsare cifre enormi.
Trump e la sua guerra all’IVA
Ed è qui che entra in scena Donald Trump, da sempre avversario dichiarato dell’IVA. Secondo il nuovo inquilino della Casa Bianca, l’imposta sul valore aggiunto non è altro che un dazio occulto contro i prodotti e i servizi americani, un modo per favorire l’Europa a scapito degli interessi USA.
La sua amministrazione potrebbe dunque vedere questa mossa italiana come un attacco diretto, tanto più che alcune delle aziende coinvolte, come Meta e Microsoft, hanno recentemente cercato un riavvicinamento alla Casa Bianca trumpiana.

Le reazioni delle Big Tech
Le reazioni delle aziende coinvolte sono caute. Meta, pur sottolineando la sua piena collaborazione con le autorità fiscali, respinge categoricamente l’idea che l’accesso gratuito alle piattaforme possa essere tassato. LinkedIn ha scelto il silenzio stampa, mentre da X si attende il prevedibile intervento di Elon Musk, che potrebbe scatenare una battaglia pubblica contro questa interpretazione fiscale.
Europa vs USA: un nuovo scontro commerciale?
Se la strategia dell’Agenzia delle Entrate dovesse trovare sostegno a Bruxelles, le ripercussioni sarebbero enormi. Trump potrebbe decidere di rispondere con misure ritorsive contro le aziende europee, innescando un nuovo scontro commerciale tra le due sponde dell’Atlantico.
L’Europa ha trovato il modo di far pagare il conto alle Big Tech. Resta da vedere se questo sarà anche un vero e proprio schiaffo a Trump.