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Si schianta con l’auto per uccidersi: uccide padre madre e due figli

Pubblicato: 28/03/2025 15:27

Un episodio che inizialmente poteva sembrare un tragico incidente stradale si è rivelato invece un gesto intenzionale. Richard John Woods, 40 anni, ex pilota da caccia decorato della Royal Air Force, ha provocato uno schianto mortale a bordo della sua Skoda Fabia, mentre si trovava in stato di ebbrezza, andando a collidere frontalmente con una Toyota Yaris sull’altra corsia di marcia. Nell’impatto sono morte quattro delle cinque persone a bordo: una coppia e due dei loro tre figli. Solo un bambino di sette anni è sopravvissuto.

Ricerche online e dinamica dell’incidente

Le indagini hanno rivelato che, prima dello schianto, Woods aveva effettuato oltre venti ricerche online legate al suicidio, facendo emergere l’ipotesi di un gesto volontario. I fatti risalgono al 15 ottobre 2024, nella contea di Cumbria, nel Regno Unito. L’uomo presentava un tasso alcolemico quattro volte superiore al limite legale, secondo quanto riportato dal Daily Mail. Nell’incidente hanno perso la vita Jaroslaw Rossa, 42 anni, Jade McEnroe, 33 anni, e i figli Filipi (15 anni) e Domic (7 anni). Il terzo figlio, Arran, di sette anni, è rimasto gravemente ferito ma è sopravvissuto.

Le prove raccolte e le condizioni psicologiche

All’interno della vettura di Woods è stata rinvenuta una bottiglia di gin quasi vuota. Alcune ore prima dell’incidente, durante una lezione di sicurezza sul volo, i presenti lo avevano descritto come confuso e assonnato. Le analisi effettuate sul suo telefono cellulare hanno evidenziato 26 ricerche legate al tema del suicidio.

Secondo quanto dichiarato dal sergente Deb Story, dell’unità investigativa sugli incidenti gravi della polizia della Cumbria, si è trattato di un gesto intenzionale: «È stato un atto deliberato. Se Woods fosse sopravvissuto, avrei presentato il caso per omicidio colposo».

Quel giorno, Woods ha imboccato la corsia di emergenza, ha effettuato una manovra a U e ha iniziato a percorrere contromano la strada senza frenare né tentare di deviare per evitare l’impatto. Durante le indagini è emerso che soffriva di ansia e dipendenza da alcol, e che aveva confidato a un consulente: «Sganciavo bombe. Per me era un lavoro».

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