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Strategia del porcospino e forza di rassicurazione: il piano dei volenterosi per proteggere Kiev

Pubblicato: 28/03/2025 09:23

Parigi – In un’Europa attraversata da timori e incertezze, prende forma un piano militare e diplomatico guidato dalla Francia e dal Regno Unito, volto a garantire la sicurezza dell’Ucraina in un eventuale scenario di tregua. Al centro della proposta: la cosiddetta strategia del porcospino e una forza multinazionale di rassicurazione, due pilastri di una visione strategica che vuole rafforzare la posizione europea sul campo, anche nell’ombra delle trattative riservate tra Donald Trump e Vladimir Putin.

Difendere Kiev con la strategia del porcospino

Il primo obiettivo del piano è impedire che Kiev venga disarmata dopo la guerra. Con 900 mila soldati, di cui 400 mila con esperienza diretta sul campo, l’Ucraina è oggi una delle forze militari più imponenti del continente. La proposta di Parigi e Londra punta a costruire un modello difensivo simile a quello israeliano: un esercito tecnologicamente avanzato, ben equipaggiato e in grado di scoraggiare ogni aggressione futura. È la cosiddetta strategia del porcospino: un’Ucraina armata, addestrata, pronta.

Una delegazione franco-britannica è attesa a Kiev nei prossimi giorni per discutere con i vertici ucraini le dimensioni e le capacità delle forze da mantenere. Intanto, Parigi ha annunciato un nuovo pacchetto militare da due miliardi di euro, che include missili Mistral, carri Amx e munizioni, mentre Zelensky preme su Berlino per sbloccare i missili Taurus. Sul fronte industriale, aumentano gli accordi per rafforzare la produzione locale di droni e armamenti.

La forza di rassicurazione: proteggere la tregua

Più controversa è l’ipotesi di una forza multinazionale di rassicurazione, da inviare dopo il cessate il fuoco. L’idea, promossa sempre da Francia e Regno Unito, è quella di un contingente capace di offrire sorveglianza, consulenza, addestramento, ma anche supporto alla difesa aerea e alla protezione delle infrastrutture critiche. Possibili destinazioni: Odessa, Leopoli e le zone lungo il Dnepr.

Londra punta a 20 mila soldati, Parigi a qualche migliaio. Il contingente potrebbe includere anche truppe di Canada, Australia, Paesi baltici e nordici. Più scettica la posizione di Washington: Steve Witkoff ha definito la proposta “non realistica”. Anche l’Italia appare prudente.

Il monitoraggio e il ruolo delle Nazioni Unite

In parallelo, si lavora a una missione di monitoraggio per garantire l’effettivo rispetto della tregua. Le opzioni sul tavolo: affidarsi all’Osce, alle Nazioni Unite, o creare un meccanismo ad hoc. Italia e Germania preferirebbero un mandato Onu che coinvolga anche attori globali come Cina, India e Brasile, per dare legittimità internazionale all’operazione. Ma restano ostacoli: la linea del fronte supera i 1.400 chilometri.

Romania e il patto Ue-Nato

Per superare le difficoltà logistiche, prende piede l’ipotesi di una missione militare europea con base in Romania, sotto l’egida della Nato e ispirata ai modelli Eufor Althea o Berlin Plus. Si tratterebbe di una presenza coordinata dai “volenterosi”, usando le strutture dell’Alleanza atlantica. Il comando potrebbe essere inizialmente affidato al Cjef, la forza militare congiunta franco-britannica. Londra insiste anche su una copertura aerea, che però richiederebbe il coinvolgimento statunitense.

L’Europa post Trump

Il progetto promosso da Emmanuel Macron e Keir Starmer ha anche un valore simbolico e politico: testare la capacità dell’Europa di muoversi in modo autonomo, in uno scenario post trumpiano. Costruire cioè un pilastro europeo della Nato, che non dipenda completamente da Washington. Un modello da sperimentare proprio sul terreno ucraino, dove la Francia ambisce a giocare un ruolo guida.

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Ultimo Aggiornamento: 28/03/2025 12:38

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