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Chatgate, il giudice blocca le chat: cresce la pressione sugli uomini di Trump

Pubblicato: 29/03/2025 16:07

Lo scandalo del Chatgate si complica per l’amministrazione Trump. Il giudice federale James Boasberg, lo stesso che in passato aveva fermato le deportazioni di immigrati, ha ordinato il congelamento della conversazione in cui il segretario alla Difesa Pete Hegseth aveva rivelato in anticipo il piano d’attacco agli Houthi, in Yemen.

La decisione accoglie la richiesta della American Oversight, organizzazione per la trasparenza governativa, che ha chiesto di impedire la cancellazione automatica dei messaggi scambiati nel gruppo Signal in cui figuravano nomi di primo piano dell’amministrazione, tra cui il vicepresidente J.D. Vance, il segretario di Stato Marco Rubio, il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e perfino il direttore di The Atlantic Jeffrey Goldberg.

La Casa Bianca difende, ma Hegseth è isolato

La risposta della Casa Bianca non si è fatta attendere. La procuratrice generale Pam Bondi ha liquidato la vicenda definendo Signal “un’app molto affidabile” per le future comunicazioni governative, mentre Vance ha escluso licenziamenti. Ma dietro le dichiarazioni ufficiali, il segretario alla Difesa appare sempre più isolato: secondo Politico, lo staff di Trump è infastidito dai suoi continui passi falsi.

L’ultimo in ordine di tempo riguarda il tatuaggio con la scritta “kafir”, termine arabo che significa “infedele” e considerato offensivo dai musulmani, una comunità che conta circa 6.000 membri nelle forze armate statunitensi. Sui social, Hegseth è stato ribattezzato “WhiskyLeaks”, in un gioco di parole tra la sua nota propensione all’alcol e WikiLeaks, la piattaforma nota per la diffusione di documenti riservati.

L’ex segretaria di Stato Hillary Clinton, con il consueto sarcasmo, ha commentato la vicenda sulle pagine del New York Times: “Non è l’ipocrisia a infastidirmi, è la stupidità“.

L’opinione pubblica boccia il Chatgate

Secondo un sondaggio YouGov, il 75% degli americani considera il Chatgate una grave violazione della sicurezza nazionale, una percentuale che comprende anche il 60% degli elettori repubblicani. E mentre la Casa Bianca cerca di contenere i danni, un altro incidente ha riacceso le polemiche: nel dipartimento della Sicurezza Interna, un giornalista è stato per errore inserito in una catena di mail riservate riguardanti un piano di deportazione degli immigrati.

In questo caso, una conseguenza c’è già stata: una funzionaria minore ha pagato con il posto. Per il Chatgate, invece, l’amministrazione sembra decisa a chiudere ogni discussione. Ma la pressione su Hegseth è destinata ad aumentare.

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