
RAFAH – L’esercito israeliano (Idf) ha ammesso di aver aperto il fuoco contro ambulanze e camion dei pompieri nel sud della Striscia di Gaza, identificati inizialmente come “veicoli sospetti”. L’attacco, avvenuto domenica scorsa nel quartiere di Tal as-Sultan, nella città meridionale di Rafah, ha provocato la morte di sei soccorritori della Mezzaluna Rossa Palestinese (Prcs), ritrovati dopo giorni senza vita. Secondo quanto riferito da fonti locali, tra loro anche il capo missione, Anwar Abdel Hamid al-Attar, il cui corpo sarebbe stato rinvenuto “fatto a pezzi”.
In un comunicato, l’Idf ha dichiarato di aver colpito mezzi di Hamas, uccidendo diversi militanti. «Pochi minuti dopo – si legge nella nota – altri veicoli si sono avvicinati in modo sospetto alle truppe, che hanno risposto aprendo il fuoco». Solo in seguito a una prima indagine interna, l’esercito ha riconosciuto che alcuni dei veicoli colpiti erano ambulanze e mezzi di soccorso.
Sul luogo dell’attacco sono poi giunti operatori internazionali e personale della Prcs, che hanno confermato la distruzione delle ambulanze e dei camion dei pompieri. I corpi dei soccorritori erano sepolti sotto le macerie, alcuni irriconoscibili. «I loro lineamenti erano stati cancellati», ha riferito una fonte presente durante il recupero.
L’episodio si inserisce in un contesto sempre più drammatico per gli operatori umanitari nella Striscia di Gaza, dove la distinzione tra obiettivi militari e civili risulta sempre più compromessa.