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Trump e la guerra dei dazi: Cina, Giappone e Corea si preparano a rispondere

Pubblicato: 31/03/2025 07:21

Il conto alla rovescia è iniziato per l’introduzione dei nuovi dazi annunciati dall’amministrazione Trump, che si appresta a trasformare le relazioni commerciali globali e a ridisegnare gli equilibri geopolitici. Con l’avvicinarsi di questa svolta, segnali di cambiamento si stanno moltiplicando e i Paesi coinvolti stanno preparando le loro risposte. Tra le ultime novità, Giappone, Cina e Corea del Sud hanno deciso di unire le forze per contrastare l’offensiva doganale degli Stati Uniti, puntando a rafforzare la cooperazione regionale e accelerare i negoziati per un accordo di libero scambio. Questo è solo l’ultimo capitolo di una strategia che mira a creare un “ambiente prevedibile” per le imprese e a fronteggiare la politica commerciale di Trump, con i colloqui già in stadio avanzato.

I dazi reciproci e le risposte internazionali

Mercoledì 2 aprile, come anticipato, l’amministrazione Trump inizierà l’imposizione dei cosiddetti dazi reciproci contro qualsiasi partner commerciale che abbia adottato misure protezionistiche contro i prodotti statunitensi. Sebbene l’introduzione dei dazi sia imminente, l’effettiva attuazione richiederà diversi mesi, con una possibile moratoria su alcuni Paesi. Trump ha dichiarato che potrebbe concedere esenzioni, ma i 15 Paesi maggiormente colpiti, tra cui è probabile ci sia anche l’Europa, dovranno fare i conti con queste nuove misure. La tensione commerciale con il Vecchio Continente è destinata a crescere, in attesa di capire come reagiranno i principali alleati economici degli Stati Uniti.

Il focus sui veicoli e le conseguenze per l’industria

Un altro fronte caldo si aprirà giovedì 3 aprile, con l’entrata in vigore dei dazi del 25% sulle auto importate negli Stati Uniti. Non solo sulle automobili finiti, ma anche su parti e componenti, con l’eccezione delle merci conformi all’accordo USMCA (USA-Messico-Canada Agreement), che rimarranno esenti. Le ripercussioni sui mercati automobilistici non tarderanno ad arrivare: si stima che circa il 50% dei veicoli venduti negli Stati Uniti provenga dall’estero, principalmente da Canada, Messico, Giappone, Corea del Sud ed Europa. L’effetto immediato sarà un aumento dei prezzi, con gli analisti di Morgan Stanley prevedendo un incremento medio del 12%.

Le reazioni internazionali

Oltre ai nuovi dazi, l’amministrazione Trump ha già imposto tariffe significative su acciaio, alluminio e altri beni strategici. L’UE ha reagito immediatamente con dazi del 50% su alcuni prodotti americani come il whisky e le motociclette, con nuovi provvedimenti in arrivo su articoli come gomme da masticare e pollame a partire da metà aprile. Anche il Canada ha imposto dazi su altri beni per un valore complessivo di 20,6 miliardi di dollari. A livello globale, le tariffe imposte dal governo statunitense stanno generando una crescente guerra commerciale, con risvolti economici e politici di ampio respiro.

L’impatto sull’economia globale e le preoccupazioni per la stagflazione

Secondo Vincenzo Bova, strategist di MPS, l’aumento delle tariffe potrebbe avere un impatto negativo sull’economia globale, generando stagflazione: un rischio in cui l’aumento dei prezzi e la crescita economica debole si combinano, creando un doppio problema per le banche centrali. L’effetto dei dazi si rifletterà inevitabilmente sui prezzi finali e sui consumi, con un possibile rallentamento della crescita, un dato preoccupante per l’economia globale.

Gli esperti sono divisi sul futuro delle politiche commerciali di Trump, ma molti concordano che l’amministrazione non farà marcia indietro. L’intenzione di Trump sembra essere quella di spingere verso una fase più dura della guerra dei dazi, puntando a un accordo negoziale che potrebbe durare mesi. L’obiettivo? Ottenere risultati concreti che possano giustificare la sua strategia commerciale entro la fine del suo mandato. Resta da vedere se questa scommessa si rivelerà vincente per Trump, ma le sue scelte nei prossimi mesi saranno cruciali per determinare il futuro del commercio globale.

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